Il Real Madrid sfonda il tetto dei 700 milioni di ricavi e per la prima volta nessun club italiano è tra i primi dieci d’Europa. L’edizione 2019 del Football Money League di Deloitte conferma lo strapotere madrileno, con le merengues che tornano in vetta dopo aver abdicato gli scorsi anni, ma anche le difficoltà del calcio di casa nostra nel tenere il passo dei principali campionati continentali. La Juventus fa un piccolo passo indietro, il Napoli è fuori dalle prime venti e i piccoli passi in avanti di Inter, Milan e Roma non bastano per competere con le big europee. Quattro squadre della Serie A contro le tre dello scorso anno, ma nell’elite manca solamente la bandiera italiana: in top ten sono presenti due club della Liga, uno proveniente da Ligue 1 e Bundesliga, ma soprattutto sei della Premier League, che ancora una volta è il torneo maggiormente rappresentato in tutta la graduatoria.
Nella stagione 2017/18, quella che ha segnato la terza vittoria consecutiva della Champions League, il Real Madrid ha chiuso il proprio bilancio con 750 milioni di ricavi. Prima nella storia a superare l’asticella dei settecento milioni senza prendere in considerazione il player trading, ma è evidente come i Blancos giochino in una categoria a parte per quanto riguarda i ricavi commerciali. Nessuno come i madrileni, con 356,2 milioni messi in cassa solo dal settore commerciale, grazie ad un appeal internazionale senza pari e all’aumento dei ricavi da sponsor. Un segno positivo destinato a permanere, visto il contratto in fase di rinegoziazione con Adidas per la sponsorizzazione tecnica. A questi vanno aggiunti i proventi relativi alle tournée internazionali, con risultati economici che valgono da soli quasi la metà del monte ricavi delle Merengues.
Il podio, stando almeno ai nomi, è rimasto invariato. Il Barcellona segue i connazionali con 690,4 miloni di ricavi, mentre il Manchester United crolla dalla prima alla terza posizione con ricavi pari a 666 milioni. I Red Devils sono i capofila dell’ormai consueta schiera di club inglesi presenti in graduatoria. In tutto sono sei nella top ten e nove tra le prime venti, ma rispetto ad un anno fa si è persa per strada una rappresentante, dato che metà della classifica relativa ai ricavi nel 2016/17 era tutta proveniente dalla Premier League. Un passo indietro anche se si allarga lo sguardo alle prime trenta società europee, con le inglesi sempre dominanti, pur con 13 club. Lo United sente il fiato dei rivali del City sul collo (568,4 milioni di ricavi), ma tra le due sponde di Manchester si staglia il Bayern Monaco, quarto con ricavi pari a 629,2 milioni. Supera la soglia dei 500 milioni il Paris Saint-Germain, con 541,7 milioni di ricavi, poi il resto della top ten è tutta made in UK: Liverpool e Chelsea fanno compagnia ai parigini nel club del mezzo miliardo, l’Arsenal paga l’anno lontano dalla Champions e crolla a 439,2 milioni, mentre il Tottenham approda tra le prime dieci con ricavi pari a 428,3 milioni.
E l’Italia? La Juventus, fino allo scorso anno, era riuscita a tenere a bada l’assalto inglese mantenendo il decimo posto. Stavolta deve abdicare ed è la prima delle escluse, con ricavi leggermente in calo. Dai 405,7 milioni del 2016/17 ai 394,9 milioni del 2017/18, quanto basta per essere la prima tra i club di Serie A e per sperare in un rilancio nella stagione in corso con un “effetto Ronaldo” che chiaramente non può avere avuto effetti su questa graduatoria. Piccolo balzo in avanti dell’Inter, che tra sé e la Juventus trova solo Atletico Madrid e Borussia Dortmund. I nerazzurri hanno chiuso l’anno passato con 280,8 milioni di ricavi, circa 18 in più rispetto all’edizione precedente. Torna in graduatoria la Roma, forte della straordinaria cavalcata in Champions League della passata stagione, con un monte ricavi pari a 250 milioni di euro, mentre il Milan torna in classifica dopo un anno di assenza. I rossoneri entrano in diciottesima posizione, con ricavi pari a 207,7 milioni di euro, ultima delle italiane a superare la soglia dei duecento milioni. Il Napoli, che aveva superato quest’asticella nel 2016/17, perde terreno e scivola fuori dalla top 20: è ventunesimo con 182,8 milioni di ricavi.