L’Ue dà ragione al Real Madrid. Per la Corte di giustizia europea, «La Commissione non poteva qualificare la misura» relativa ad un accordo di scambio di terreni tra il club madrileno e la Comunità autonoma locale «come aiuto di Stato».
La sentenza della quarta sezione del tribunale comunitario fa riferimento a fatti risalenti al 1998, quando per effetto di un’intesa raggiunta due anni prima, il Real ha ceduto «terreni di valore pari a circa 13,5 milioni di euro» al comune che, a sua volta, «avrebbe ceduto i terreni situati nella zona di Julian Camarillo Sur e il terreno B-32 nella zona di Las Tablas», quest’ultimo dal valore stimato in 595.194 euro. Nel 2011, «le parti hanno riconosciuto l’impossibilità giuridica di cedere il terreno B-32» e il comune ha compensato l’inadempimento nei confronti del Real Madrid «versandogli un importo corrispondente al valore di detto terreno nel 2011», fissato da una perizia tecnica a poco meno di 22,7 milioni di euro. Le parti hanno inoltre stabilito che tale compensazione «sarebbe stata erogata sostituendo il trasferimento di tale terreno con il trasferimento al ricorrente di altri terreni», il cui valore complessivo è stato stimato in circa 20 milioni di euro, compensando poi i loro crediti reciproci.
La Commissione europea, nel dicembre 2011, è stata informata dell’esistenza di un presunto aiuto di Stato ottenuto «sotto forma di un trasferimento vantaggioso di beni immobili» e ha inviato un richiamo formale al Regno di Spagna, al quale ha comunicato due anni dopo «la propria decisione di avviare il procedimento» per sopprimere o modificare l’accordo intercorso tra la Comunità madrilena e il Real Madrid (come da art. 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea). Il 4 luglio 2016, «la Commissione ha considerato che l’aiuto di stato di 18.418.054,44 euro, illegalmente concesso dal Regno di Spagna, non era compatibile con il mercato interno». In primo luogo, perché «un operatore in un’economica di mercato che si dosse trovato nella medesima situazione avrebbe chiesto un parere legale prima di concludere l’accordo». In secondo luogo, perché «non avrebbe accettato di versare al ricorrente un indennizzo di 22.693.054,44 euro in virtù di tal accordo, in quanto tale importo sarebbe di gran lunga superiore all’entità massima della sua esposizione per la responsabilità giuridica derivante dal mancato trasferimento del terreno i parola». Stando alla relazione richiesta dalla Commissione ad un ufficio di valutazione immobiliare, il valore del terreno B-32 nel 2011 era stimabile in 4,275 milioni di euro.
Per la Corte di giustizia europea, però, «la Commissione non ha preso in considerazione tutti gli elementi dell’operazione controversa e del suo contesto» e «i terreni ceduti al posto del terreno B-32 non sono stati oggetto di valutazione da parte della Commissione», motivo per cui la sentenza che configurava l’operazione come «aiuto di Stato» va annullata.