Il dossier sulla vendita dei diritti tv della Serie A per il triennio 2021/24 sarà oggetto di uno studio approfondito della commissione tecnica della Lega guidata dall’ad Luigi De Siervo che dovrà vagliare opportunità e rischi connessi alla creazione di un canale autonomo e sintetizzare le proposte di Mediapro con le richieste dei club. Al momento il modello di business sottoposto all’attenzione dei presidenti e dei dirigenti dei club prevede un minimo garantito di 1.060 milioni a stagione. Per il triennio 2018/21 da Sky e Perform i club di A ricevono 973,3 milioni di fisso (rispetto ai 945 milioni pagati nel triennio precedente da Sky e Mediaset). Sky ha ottenuto per 780 milioni i due pacchetti più pregiati, con 7 partite a giornata, mentre Dazn versa 193,3 milioni per il pacchetto da tre match a turno (con anticipo del sabato).
A parte il fisso da 1.060 milioni, Mediapro metterebbe sul piatto 55 milioni per gli archivi e un budget di 78 milioni per la produzione e la distribuzione del canale. Oltre questa soglia di ricavi scatterebbe la remunerazione per Mediapro (circa 90 milioni), mentre per i proventi superiori a quota 1,3 miliardi andrebbero al 75% alla Lega e al 25% a Mediapro.
Va compresa ovviamente la redditività e la sostenibilità giuridica di un progetto che implicherebbe la vendita diretta ai consumatori e/o la collocazione dei vari pacchetti presso gli operatori, broadcaster, Ott o telco. La Legge Melandri impone di vendere i diritti tv attraverso un bando pubblico e solo in caso di esito insoddisfacente di quest’ultimo consente di procedere con altre opzioni come quella del canale. Mediapro si appellerebbe però all’articolo 13 della legge Melandri che «nel rispetto dei principi di libera concorrenza e nei limiti delle disposizioni comunitarie», permette all’organizzatore della competizione (la Lega) di «realizzare una propria piattaforma, previo ottenimento dell’occorrente titolo abilitativo, ovvero realizzare prodotti audiovisivi e distribuirli direttamente agli utenti, attraverso i canali tematici ufficiali ovvero attraverso un proprio canale tematico, accedendo ai necessari servizi tecnici e commerciali a condizioni eque, trasparenti, non discriminatorie e orientate ai costi». A ogni modo è facile prevedere il muro che alzerebbe in primis Sky, con una disputa legale nel caso di ricorso diretto a questo strumento. È il motivo per cui la Lega (sempre che l’Assemblea aderisca alla proposta) intende procedere con ogni probabilità al lancio di un bando da promuovere in autunno e da concludere entro Natale. Rispetto al recente passato verrebbe però sancito con Mediapro già in anticipo il percorso verso il canale qualora la gara aperta agli operatori dovesse dare esito negativo.
Mediapro intende così avviare una nuova collaborazione con la Lega, avendo nel frattempo ottenuto il rinvio dell’udienza, prevista inizialmente per il 24 giugno, presso il Tribunale civile di Milano nella causa che la vede contrapposta ai club di Serie A sulla caparra da 64 milioni depositata in occasione della precedente asta dei diritti tv, quando l’azienda catalana non rispettò le tempistiche degli adempimenti prescritti dall’accordo. Proprio il fallimento del precedente accordo lascia dubbiosi molti club sulla capacità di Mediapro di far fede ai nuovi impegni. Ma le discussioni sono appena cominciate. E non sarà semplice trovare una soluzione che massimizzi i profitti per tutti.