Calcio, psicosi coronavirus: la nazionale femminile cinese in quarantena

Anche il mondo del calcio, cinese e non solo, entra in allarme per il coronavirus. Un’epidemia scattata in concomitanza con i viaggi internazionali delle squadre cinesi, che in questo periodo stanno per partire alla volta dell’Europa per la preparazione invernale. Viaggi che non passano inosservati, anzi: tra club che annullano le amichevoli e città europee in apprensione per lo sbarco dei calciatori provenienti da Oriente, anche il calcio si trova costretto ad interrogarsi sui rischi di un eventuale contagio. Rischio che, dalla Cina, escludono categoricamente.

“Il periodo di incubazione è passato, ma abbiamo comunque un medico in contatto con le autorità sanitarie spagnole sulle condizioni dei giocatori”, è con queste parole che José Gonzalez, allenatore del Wuhan, ha respinto al mittente i timori di una possibile contaminazione. La squadra della città focolaio del coronavirus è infatti arrivata a Malaga, in Spagna, per sostenere la preparazione invernale. Un arrivo che ha suscitato non poche polemiche, soprattutto da parte di chi avrebbe dovuto affrontare i cinesi in amichevole. I russi del Krasnodar, attesi pure in Spagna, hanno deciso di rinunciare al test col Wuhan, che però è lontano dalla propria città dal 3 gennaio, motivo per cui il tecnico Gonzalez ha voluto ribadire a gran voce l’ottimo stato di salute dei suoi giocatori: “I miei ragazzi non sono portatori di virus, ma giocatori di calcio”.

Il Wuhan, che può contare anche sulle rassicurazioni fornite dal Ministero della salute spagnolo, non è l’unica squadra cinese che sta affrontando il periodo di preparazione in Spagna. Nei prossimi giorni è attesa in Costa del Sol un’altra squadra guidata da un tecnico iberico, il Dalian Yifang di Rafa Benitez. Nel loro caso, però, non ci sono timori di sorta: Dalian dista circa 1500 chilometri da Wuhan e anche se sono stati riportati casi di contagio, si tratta di episodi isolati.

Questioni identiche vengono affrontate in questi giorni in Australia, dove si trova la nazionale di calcio femminile della Cina per prendere parte al torneo Preolimpico. Il gruppo di ragazze cinesi, insieme allo staff tecnico, è stato messo in quarantena a Brisbane, proprio per timore di un possibile contagio. Stavolta i timori avrebbero solide basi: la squadra è stata infatti a Wuhan giusto pochi giorni fa, il 22 gennaio, nel pieno dell’epidemia. Le autorità australiane hanno dunque disposto l’isolamento delle giocatrici, che rimarranno chiuse in albergo fino al 5 febbraio.

Calcio, psicosi coronavirus: la nazionale femminile cinese in quarantena

Anche il mondo del calcio, cinese e non solo, entra in allarme per il coronavirus. Un’epidemia scattata in concomitanza con i viaggi internazionali delle squadre cinesi, che in questo periodo stanno per partire alla volta dell’Europa per la preparazione invernale. Viaggi che non passano inosservati, anzi: tra club che annullano le amichevoli e città europee in apprensione per lo sbarco dei calciatori provenienti da Oriente, anche il calcio si trova costretto ad interrogarsi sui rischi di un eventuale contagio. Rischio che, dalla Cina, escludono categoricamente.

“Il periodo di incubazione è passato, ma abbiamo comunque un medico in contatto con le autorità sanitarie spagnole sulle condizioni dei giocatori”, è con queste parole che José Gonzalez, allenatore del Wuhan, ha respinto al mittente i timori di una possibile contaminazione. La squadra della città focolaio del coronavirus è infatti arrivata a Malaga, in Spagna, per sostenere la preparazione invernale. Un arrivo che ha suscitato non poche polemiche, soprattutto da parte di chi avrebbe dovuto affrontare i cinesi in amichevole. I russi del Krasnodar, attesi pure in Spagna, hanno deciso di rinunciare al test col Wuhan, che però è lontano dalla propria città dal 3 gennaio, motivo per cui il tecnico Gonzalez ha voluto ribadire a gran voce l’ottimo stato di salute dei suoi giocatori: “I miei ragazzi non sono portatori di virus, ma giocatori di calcio”.

Il Wuhan, che può contare anche sulle rassicurazioni fornite dal Ministero della salute spagnolo, non è l’unica squadra cinese che sta affrontando il periodo di preparazione in Spagna. Nei prossimi giorni è attesa in Costa del Sol un’altra squadra guidata da un tecnico iberico, il Dalian Yifang di Rafa Benitez. Nel loro caso, però, non ci sono timori di sorta: Dalian dista circa 1500 chilometri da Wuhan e anche se sono stati riportati casi di contagio, si tratta di episodi isolati.

Questioni identiche vengono affrontate in questi giorni in Australia, dove si trova la nazionale di calcio femminile della Cina per prendere parte al torneo Preolimpico. Il gruppo di ragazze cinesi, insieme allo staff tecnico, è stato messo in quarantena a Brisbane, proprio per timore di un possibile contagio. Stavolta i timori avrebbero solide basi: la squadra è stata infatti a Wuhan giusto pochi giorni fa, il 22 gennaio, nel pieno dell’epidemia. Le autorità australiane hanno dunque disposto l’isolamento delle giocatrici, che rimarranno chiuse in albergo fino al 5 febbraio.