Due stagioni fuori dalla Champions League e una multa da 30 milioni di euro. La Uefa mostra il pugno duro nei confronti del Manchester City e chiude alla squadra di Guardiola le porte dell’Europa. Dopo il ricorso respinto dal Tas di Losanna a metà novembre, per il club inglese è arrivato il verdetto della camera di giudizio del Club Financial Control Body. Un verdetto lapidario, perché per le stagioni 2020/21 e 2021/22 i Citizens non potranno prendere parte ad alcuna competizione continentale. L’annuncio, dato oggi dalla Uefa, chiude una “guerra fredda” iniziata quasi un anno fa, quando l’organo di controllo della Uefa iniziò ad indagare sulle presunte violazioni del fair play finanziario da parte del club controllato dallo sceicco Mansur.
“A seguito di un’udienza svolta il 22 gennaio 2020 – si legge nella nota la camera di giudizio dell’Uefa Club Financial Control Body (CFCB) presieduta da José da Cunha Rodrigues, ha notificato oggi al Manchester City Football Club la decisione finale sul caso a cui si era riferito l’investigatore capo del CFCB. La camera di giudizio, avendo preso in esame tutte le prove, ha rilevato che il Manchester City Football Club ha commesso serie infrazioni dell’Uefa Club Licensing and Financial Fair Play Regulations, sopravvalutando i propri ricavi da sponsorizzazione nei propri bilanci e nelle informazioni sul pareggio di bilancio fornite alla Uefa tra il 2012 e il 2016. La camera di giudizio ha inoltre evidenziato che il club non ha cooperato nelle indagini”.
La sentenza è appellabile al Tas di Losanna, dove il Manchester City ha già visto respinto tre mesi fa il ricorso presentato in merito alla stessa indagine. Ricorso ritenuto inammissibile dalla corte svizzera: “Il ricorso del Manchester City è inammissibile – viene precisato dal Tas di Losanna – considerando che un ricorso contro la decisione di una federazione, associazione o ente sportivo può essere presentato al Tas se il ricorrente ha esaurito i rimedi legali disponibili prima all’appello, in conformità con gli statuti o i regolamenti di tale organo”. Non trattandosi dunque di un verdetto definitivo, il deferimento da parte della Camera investigativa dell’Uefa Club Financial Control Body non può essere impugnato direttamente al Tas”. Adesso, invece, il club può rivolgersi al tribunale elvetico.
L’inchiesta sulla gestione della società di proprietà dello sceicco Mansur nasce da una serie di indiscrezioni, rese note da Football Leaks, riguardo ad accordi commerciali e sponsorizzazioni che rimanderebbero alla stessa proprietà. Informazioni riservate che il Manchester City aveva derubricato come “frutto di hackeraggio illegale e pubblicazioni di e-mail fuori contesto”, definendo all’epoca le accuse “totalmente false”. Era il mese di marzo del 2019. Quasi un anno dopo, il Manchester City si trova fuori dalla Champions League per le prossime due stagioni.
Il Manchester City “è deluso ma non sorpreso” dall’annuncio da parte della Camera giudicante dell’UEFA. “Nel dicembre 2018, il capo investigatore della UEFA ha anticipato pubblicamente il risultato e la sanzione che intendeva imporre al Manchester City – scrive il club nella nota
pubblicata sui profili social – anche prima di iniziare qualsiasi tipo di indagine. Il Club ha presentato un reclamo formale all’organismo disciplinare UEFA, un reclamo che è stato convalidato da una sentenza TAS. Fondamentalmente, è un caso avviato dall’UEFA, indagato dalla UEFA e giudicato dalla UEFA. Con la conclusione di questo processo discriminatorio, il Club cercherà di ottenere un processo imparziale il più rapidamente possibile e, pertanto, avvierà il prima possibile un procedimento dinanzi al Tribunale dell’arbitrato sportivo”.