Coronavirus, i tesserati del Parma rinunciano a un mese di stipendio

Il Parma annuncia l’accordo con i propri tesserati per il taglio degli stipendi e si accoda alla Juventus nel novero delle squadre di Serie A che hanno raggiunto un’intesa con i propri calciatori per ridurre i costi salariali in questa fase di sospensione delle attività, dovuta all’emergenza Coronavirus. Il club ducale ha comunicato di aver ricevuto “l’unanime disponibilità alla riduzione dell’emolumento annuo in misura di una mensilità onnicomprensiva” da parte della totalità dei giocatori, dell’allenatore e dello staff della prima squadra, oltre che dei collaboratori e del direttore sportivo Faggiano che ha portato avanti il lavoro per giungere all’accordo. L’integrazione degli accordi individuali relativi, che non riguarderanno i tesserati del Settore Giovanile e che si applicheranno a partire da una soglia minima di compenso annuo, verranno perfezionati non appena possibile, come previsto dalle norme vigenti.

“Ci siamo mossi positivamente in una certa maniera – ha dichiarato il ds Faggiano a Sky Sport – la squadra ha capito subito perché abbiamo a che fare con ragazzi intelligenti: la situazione non è dovuta ad un problema qualsiasi, ma ad un problema che ci è caduto dal cielo. È passato qualche giorno perché si è dovuto parlare via Skype, via conference call e non è mai facile, anche perché il calcio non è il tennis, si deve parlare con tante persone compresi i procuratori. I calciatori che hanno fatto la loro scelta. Non è un passo dovuto, ma da qui si capisce che oltre al calciatore c’è soprattutto l’uomo. Il Parma, non dimentichiamolo, viene da un fallimento. Con questa scelta abbiamo cercato di non togliere a nessun dipendente lo stipendio, né di mettere qualcuno in cassa integrazione. Neanche il settore giovanile verrà toccato, così come verranno salvaguardati coloro che percepiscono questo mese una remunerazione inferiore a determinate cifre. È una scelta per salvaguardare tutti”.

Per i dipendenti, inoltre, il Parma ha attivato un progetto di “banca ore” solidale, che vede la possibilità per tutto il personale non tesserato di donare ai colleghi ore di ferie e permessi, in modo da gestire a rotazione un piano ferie che sta permettendo al club emiliano di non usufruire ad oggi degli ammortizzatori sociali. “Tutti i dipendenti stanno mettendo a disposizione delle ore per gli altri – conclude Faggiano – per evitare ulteriori perdite. Anche a me sarebbe piaciuto donare le mie ore per gli altri, ma non mi è possibile. Gli altri le stanno donando e questo fa capire ancora il nostro gruppo: sono orgoglioso di avere negli uffici gente così coscienziosa”.