Un protocollo “insostenibile”. I club di Serie B esprimono le loro perplessità in merito alle misure di sicurezza da adottare per la ripartenza del campionato cadetto, qualora dovessero essere le stesse indicate per la Serie A: confinamento e ritiro per tutti, tamponi, sanificazioni, alberghi esclusivi, voli charter e quarantena totale in caso di positivi. Non è solo un problema economico, dati i costi da sostenere per rispettare tali misure, ma c’è il rischio di compromettere la fine della stagione in tempo utile.
“Se c’è un positivo che succede?”, si chiede il patron della Virtus Entella, Antonio Gozzi. “Tutti vanno in quarantena – prosegue – ci chiediamo se questo rende possibile la ripresa del campionato. Siamo in situazione di incertezza totale, che è la peggio di tutte. Le società di B hanno bisogno di regole certe, chiare, che garantiscano la salute non solo dei giocatori ma di tutti i lavoratori coinvolti della squadra. Ci sarebbe piaciuto ricominciare con una chiarezza di visione di quello che succederà dopo. Tenuto conto delle difficoltà il presidente Balata ha tenuto la barra dritta e ha cercato formule di governance condivise. Ma se applicassimo il protocollo della Serie A anche in B, abbiamo stimato che costerebbe 500 mila euro a società, con un extra per tutto il sistema B tra gli 8 e 10 milioni. Non è sostenibile un sistema di questo tipo. Bisogna trovare una sostenibilità anche per il calcio di B altrimenti non si andrà avanti. Con un giocatore positivo ai test finisce tutto. Non si può dare sconfitta a tavolino perché tutta la squadra va in quarantena e non può giocare: si rischiano di perdere 4 partite a tavolino, un danno enorme e ingiusto”.
Gli fa eco Mauro Lovisa, presidente del Pordenone: “Non è possibile che quotidianamente le autorità pongano ostacoli sulla via della ripartenza. Altri Paesi in Europa stanno andando avanti in tutto, con regole serie e intelligenti. Qui da noi tante parole, schemi, burocrazia e continui rinvii. Non bisogna vergognarsi di copiare questi modelli. Se malauguratamente risulterà positivo qualcuno, questo e solo questo dovrà essere isolato. Non quindi tutto il gruppo squadra. Come in un’azienda e in un qualsiasi altro posto di lavoro”.
La Lega B, di recente, ha approvato all’unanimità una linea comune sulla ripartenza della stagione, incassando anche la disponibilità da parte della Figc di poter far slittare la data della ripresa rispetto a quella della Serie A. Un’ipotesi che porterebbe il campionato cadetto a tornare in campo a fine giugno, per concludere la stagione in due mesi, entro la fine di agosto. Dodici squadre su venti, intanto, hanno ripreso gli allenamenti individuali. La volontà unanime di riprendere il campionato, però, si scontra con i vincoli di un protocollo che rischia di non essere sostenibile per tutti.