Coronavirus, il focolaio nei mattatoi spinge Tonnies a lasciare lo Schalke

Il rientro in campo non è stato affatto semplice per lo Schalke 04, giunto dodicesimo in Bundesliga con soli due punti conquistati dalla ripresa del campionato (frutto di altrettanti pareggi e sette sconfitte). Ciò che sta avvenendo a stagione conclusa, però, sta peggiorando ulteriormente la situazione. Dopo quasi venti anni da presidente con una bacheca non certo ricca (tre Dfb Pokal, due Intertoto e una Supercoppa di Germania), Clemens Tonies ha rassegnato la proprie dimissioni da presidente del club di Gelsenkirchen, complice una dura contestazione da parte della tifoseria iniziata già la scorsa estate, a causa di alcune dichiarazioni razziste del miliardario tedesco.

La sua posizione, in queste settimane, si è complicata ulteriormente con l’esplosione di un focolaio di Covid-19 in uno dei macelli di proprietà del Tonnies Group. Oltre 1.500 casi di positività al Coronavirus hanno indotto le autorità locali a porre in lockdown il distretto di Gutersloh, un’intera area di 360 mila abitanti nel Nordreno-Vestfalia. Tutto questo proprio mentre in Germania venivano allentate le misure di sicurezza, permettendo anche ai club calcistici di tornare a giocare (rigorosamente a porte chiuse). A seguito di quanto accaduto, Tonnies non ha potuto fare altro che lasciare le cariche all’interno dello Schalke 04, società alle prese con una seria crisi economica, oltre che di risultati.

Lo Schalke 04 deve fare i conti con un debito di circa 200 milioni di euro, a cui aggiungere tutti gli effetti della pandemia. Il direttore finanziario del club, inoltre, ha rassegnato le proprie dimissioni la scorsa settimana, mentre la dirigenza ha annunciato una politica volta all’austerità per le prossime stagioni. L’intenzione del club, stando a quanto ammesso dal direttore marketing Alexander Jobst, è quella di fare “enormi risparmi” sia per ciò che riguarda il tetto ingaggi, sia ovviamente per la campagna acquisti, considerando inoltre che il club non prenderà parte ad alcuna competizione continentale per la terza volta nelle ultime quattro stagioni.

Una cura “lacrime e sangue”, a cui fa seguito l’uscita di scena di Tonnies, che nel corso degli ultimi diciannove anni ha sostenuto col suo patrimonio le ambizioni del club. Ambizioni mai del tutto rispettate, dato che lo Schalke non vince il massimo campionato tedesco dal 1958 (quando ancora non esisteva la Bundesliga) e in Europa non vince dal 1997, quando batté l’Inter in finale di Coppa Uefa, mentre nel 2011 ha raggiunto le semifinali di Champions League. Fasti che, allo stato attuale, sembrano appartenere ad un’altra epoca.