I calciatori della Sambenedettese hanno messo in mora la società. L’annuncio è arrivato tramite un comunicato pubblicato sul sito dell’Associazione Italiana Calciatori, col quale i tesserati lamentano di non aver ricevuto “le retribuzioni di novembre, dicembre 2020, gennaio e febbraio 2021”. Quattro mensilità non saldate dal club presieduto da Domenico Serafino e da diverso tempo al centro di complesse trattative per la cessione delle quote. Nel giugno 2020, Serafino ha rilevato il club da Franco Fedeli tramite la società Sudaires, della quale detiene il 70%. Il restante 30% è del sudcoreano Kim Dae Jung, col quale Serafino avrebbe cercato un accordo negli ultimi giorni per passare la mano. Accordo che però, ancora, non c’è.
Alla luce di tutto ciò, i calciatori hanno deciso di procedere con la messa in mora. La protesta dei tesserati monta già da diverse settimane e in città sono apparsi striscioni dei tifosi contro Serafino. A metà marzo, sempre tramite l’Aic, i tesserati hanno lanciato l’allarme, per poi ribadire come “nonostante molteplici e vane rassicurazioni, avvenute a mezzo stampa, persiste il mancato pagamento degli stipendi, che si protrae ormai dal mese di ottobre 2020”. Inoltre, viene sottolineato come “alcuni tra i più giovani, già colpiti dal mancato pagamento degli stipendi ai minimi federali, sono stati preavvisati dalla struttura alberghiera che li ospita che in assenza di pagamento degli arretrati da parte della società, dovranno abbandonare i loro alloggi”. Uno sfratto che nelle ultime ore sembrerebbe essere scongiurato, ma la situazione resta tale da mettere in mora il club, “un atto formale e necessario – scrivono i giocatori – finalizzato alla salvaguardia dei nostri diritti retributivi costituzionalmente garantiti”.
Il Comune di San Benedetto del Tronto, oltre a mostrare la propria vicinanza ai calciatori, ha sollecitato Serafino a trovare una soluzione: “L’Amministrazione comunale – si legge in una nota – segue da vicino e con grande attenzione quanto sta accadendo alla Sambenedettese calcio. Lo fa nella consapevolezza che è in corso una delicata trattativa tra privati ma anche nella convinzione che la Samb è da sempre un patrimonio di tutta la città. Questo concetto è stato ripetutamente ribadito sia al legale della parte che intende subentrare sia direttamente al presidente Serafino: ad entrambi è stato chiesto di definire la questione in brevissimo tempo affinché vengano sanate le pendenze che rischiano di pregiudicare il futuro della Samb e la squadra possa portare a termine serenamente la stagione agonistica. Il Comune si è già attivato per supportare i giocatori in questo delicato momento contattando gestori di attività di ristorazione, dell’attività ricettiva che ospita gli atleti, degli impianti sportivi dove si allenano e ricevendo positivi riscontri. Ma altri imprenditori, rappresentanti di associazioni e semplici cittadini si sono messi a disposizione per eventuali ulteriori necessità. Si ringraziano i sindaci dei Comuni di Massignano e Monsampolo del Tronto, che in questi mesi hanno avuto strette relazioni con la Sambenedettese calcio, per la solidarietà manifestata e la disponibilità a sostenere ogni iniziativa utile alla soluzione della vicenda”.
Da parte della Sambenedettese e del presidente Serafino, in questi giorni di polemiche e proteste, è arrivato un solo comunicato, lo scorso sabato, per smentire voci secondo cui i calciatori stessi avessero pagato di tasca loro la trasferta di Legnago: “In riferimento alle continue voci che si susseguono il presidente Serafino è costretto a chiarire che fino a oggi tutte le trasferte, i pranzi e i tamponi sono sempre stati pagati dalla SS Sambenedettese e da nessun altro. E anche la trasferta di oggi di Legnago non sarà pagata da nessuno che non sia la società. In questo momento vi chiediamo di non alimentare tensioni raccontando o scrivendo ulteriori dettagli non veritieri che fanno solo male a chi si prodiga ogni giorno per portare avanti il club”. La scorsa settimana, lo stesso Serafino sarebbe dovuto intervenire in conferenza stampa, ma l’incontro con i giornalisti è stato annullato perché i legali del presidente e di Kim Dae Jung stavano perfezionando l’accordo relativo alla “ridistribuzione delle quote del capitale sociale della Sudaires, socio unico del club”.