Ricavi ridotti dell’11%, ma anche il monte stipendi più oneroso nella storia della Premier League. Il 2020 è stato un anno complicato per il Manchester City, non soltanto per gli effetti del Covid-19, ma l’impatto della pandemia dovrebbe essere contenuto nel 2021. Nell’anno in corso, infatti, verranno messi a bilancio gli introiti relativi al finale della passata stagione (10 partite di Premier League, 2 di Champions League e 2 di FA Cup) e le plusvalenze derivanti dalla cessione di calciatori. Su tutti, quella di Sané al Bayern Monaco. Operazioni che dovrebbero riportare in pareggio i conti del club inglese, a fronte di un 2020 chiuso con perdite per oltre 145 milioni di euro (126 milioni di sterline).
L’anno del Covid-19, per il Manchester City, si è chiuso con ricavi pari a 551,4 milioni di euro. Al cambio sono 478,4 milioni di sterline, circa 57 milioni di sterline in meno rispetto al 2019. Un tracollo evidente sia sul fronte del botteghino che per quanto riguarda i ricavi televisivi. Le attività legate alle partite hanno portato nelle casse dei Citizens un totale di 48 milioni di euro (contro i 63,4 milioni dell’anno precedente), mentre il comparto media è valso 219,3 milioni di euro. Di questi, la “fetta” relativa alle competizioni Uefa è pari a 77,5 milioni di euro, mentre gli altri ricavi televisivi per i tornei domestici sono pari a 141,8 milioni di euro. Nonostante la crisi legata all’emergenza sanitaria, il City è riuscito ad aumentare i ricavi da altre attività commerciali ovvero merchandising, sponsorizzazioni ed eventi correlati: da 227 milioni di sterline nel 2019 si è passati a 246,3 milioni di sterline nel 2020, pari a poco meno di 284 milioni di euro.
Oltre alla riduzione dei ricavi, però, il Manchester City ha dovuto fronteggiare un aumento dei costi, passati da 560,3 a 641,2 milioni di sterline (pari a 739,1 milioni di euro). Ad incidere maggiormente sono i costi per gli stipendi del personale tesserato, pari a 405 milioni di euro. Mai nella storia della Premier League si era superata tale soglia, risultando così il monte ingaggi più oneroso di sempre nel calcio inglese. I Citizens hanno inoltre previsto nel report relativo all’ultimo anno la multa da 10 milioni di euro inflitta dalla Uefa per le violazioni in merito al fair play finanziario. Una sanzione ridotta dal Tas di Losanna, a cui si è appellato il club di Manchester a seguito della prima sentenza, che prevedeva l’esclusione per due anni dalle competizioni internazionali oltre a una multa da 30 milioni. Sempre riguardo al fair play finanziario, per contrastare gli effetti della pandemia, è previsto l’accorpamento dei risultati relativi agli esercizi chiusi nel 2020 e nel 2021. Il City prevede che le perdite normalizzate per i due anni sia inferiori ai 60 milioni di sterline all’anno.
“Il nostro business fondamentalmente è forte”, ha dichiarato il presidente Khaldoon Al Mubarak. “I flussi di ricavi – prosegue – sono stati deliberatamente diversificati e il nostro approccio a lungo termine ha fatto sì che ora il club non sia completamente dipendente da ricavi che si sono dimostrati essere i più vulnerabili dinanzi all’impatto del Covid-19”. Il ceo Ferran Soriano, inoltre, aggiunge: “Chiaramente i conti dell’esercizio 2019/20 da soli non sono la migliore rappresentazione della realtà della stagione, con una sessione di mercato rinviata e diverse partite disputate dopo il 30 giugno 2020, i cui ricavi saranno messi a bilancio nel periodo 2020/21. Una migliore fotografia finanziaria degli anni del Covid-19 sarà data al termine della stagione 2020/21, quando le due stagioni saranno accorpate e normalizzate”.