Dopo la Figc, anche la Premier League si muove per l’approvazione di nuove norme che possano scongiurare la creazione di una Superlega europea. Per i club inglesi, i primi ad abbandonare ufficialmente il progetto, si prospettano nuovi paletti fissati dalla lega per evitare possibili fuoriuscite. Intanto, il calcio inglese e i tifosi continuano a reagire alla mossa delle sei società coinvolte nel progetto, per quanto siano state le prime a compiere un passo indietro. Le scene di Manchester, con l’invasione di campo a Old Trafford prima della partita (poi rinviata) tra Manchester United e Liverpool è un segnale di come, alle tifoserie britanniche, non sia andata giù tale situazione. E la protesta nei confronti di Glazer non è l’unica ad aver preso piede in Inghilterra: i tifosi del Chelsea si sono mobilitati già all’annuncio della Superlega, mentre quelli dell’Arsenal da giorni chiedono l’uscita di scena di Kroenke. A Manchester, però, le contestazioni hanno avuto come risultato il rinvio di una partita di rilievo mondiale.
Proprio i fatti di Manchester hanno spinto la Premier League a diramare un comunicato in cui si annunciano misure al vaglio per non permettere alle società inglesi di unirsi in una Superlega: “Gli eventi delle ultime due settimane – si legge nella nota – hanno messo in discussione le basi e la determinazione del calcio inglese. La Premier League ha preparato una serie di misure per sancire i principi fondamentali del gioco professionistico: una piramide aperta, la progressione attraverso il merito sportivo e i più alti standard di integrità sportiva. Queste misure sono state progettate per fermare la minaccia di leghe separatiste in futuro”. Nello specifico, le misure annunciate sono: “regole e regolamenti aggiuntivi per garantire la protezione dei principi della Premier League e della competizione aperta, una nuova carta dei proprietari che tutti i proprietari dovranno sottoscrivere impegnandosi a rispettare i principi fondamentali della Permier League, sanzioni significative per le violazioni di queste regole e della carta”.
La palla, dalla Premier League, passerà poi a Boris Johnson, che ha già avuto un ruolo di rilievo nel dietrofront dei sei club inglesi fondatori della Superlega (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham). “Stiamo chiedendo – prosegue la nota – il sostegno del governo per introdurre una legislazione appropriata per proteggere la piramide aperta del calcio, i principi del merito sportivo e l’integrità della comunità calcistica”. La Premier League ha inoltre annunciato la propria volontà di lavorare ad un tavolo con “i gruppi di tifosi, il governo, la Uefa, la Fa, la English Football League, la Professional Footballers’ Association e la League Managers Association per difendere l’integrità e le prospettive future del calcio inglese”.
Nell’anticipare tali misure e possibili canali di dialogo con le autorità, però, la Premier League non può non condannare quanto avvenuto a Old Trafford, tra l’invasione di campo e le proteste che di fatto hanno reso impossibile la disputa della partita tra Manchester United e Liverpool, in programma domenica scorsa. Non è ancora stata comunicata la data in cui verrà recuperata la sfida tra due delle componenti del progetto Superlega, ma i vertici del calcio inglese vogliono evitare il ripetersi di scene come quelle viste nel weekend: “L’opposizione alla proposta della Superlega ha unito tutto il calcio, con la voce dei tifosi ascoltata chiaramente. La Premier League riconsoce la forza del sentimento e il diritto dei tifosi di sapere cosa stia accadendo. Ci impegniamo a mantenere uno stretto dialogo con i sostenitori e i loro rappresentanti, mentre lavoriamo con la Fa e il foverno per trovare soluzioni, ma chiediamo che tutte le proteste siano pacifiche. Le azioini di una minoranza dei presenti domenica ad Old Trafford non hanno giustificazione e saranno indagate dalla Premier League e dalla Fa, nonché dalla polizia della Greater Manchester. Non si può permettere che le azioni di pochi creino una tale divisione. Siamo determinati a stabilire la verità su quanto accaduto e ritenere quei club responsabili delle loro decisioni e azioni. Noi e la Fa stiamo perseguendo questi obiettivi rapidamente e in maniera appropriata, consultandoci con i tifosi e col governo”.