L’argomento Superlega fa breccia anche nell’annuale Congresso Fifa. Il presidente Gianni Infantino si è espresso in merito al progetto dei dodici club “ribelli” europei, rispondendo anche alle accuse che gli sono state mosse nelle scorse settimane (in primis da Javier Tebas, presidente della Liga spagnola) in merito ad un suo coinvolgimento nell’operazione in quanto numero uno della Fifa. Infantino ha ribadito la totale contrarietà della federazione internazionale “verso qualunque progetto di questo tipo”, aggiungendo inoltre come il calcio “non debba guardare al di fuori delle proprie strutture istituzionali, ma soprattutto non dovrebbe perdere fiducia nei principi cardine della solidarietà”. Parole a cui segue, però, una mano tesa verso un rinnovamento: “Allo stesso tempo – prosegue Infantino – il modello esistente non è nemmeno perfetto”.
Una condanna, dunque, del progetto della Superlega, ma al contempo anche un’apertura verso ulteriori modelli rispetto a quelli attuali: “Abbiamo sempre detto che il calcio è uno sport globale – ha dichiarato Infantino al Congresso – ma il calcio è davvero globale? La risposta è no, non lo è. Ci sono sempre meno paesi e ancor meno club che hanno le maggiori risorse. Non c’è un solo club al di fuori dei primi trenta a livello di ricavi che non venga dall’Europa e se si parla di nazionali, il trend è ancor più sbilanciato. Il 100% delle semifinaliste degli ultimi quattro Mondiali viene da due sole confederazioni: Uefa e Conmebol. Le federazioni europee stanno facendo un lavoro fantastico e vogliamo che l’Europa cresca ancor di più, ma vogliamo che il resto del mondo e il resto dell’Europa che non fa parte dell’élite crescano pure, e ad un ritmo superiore”.
In conferenza stampa, inoltre, Infantino ha ribadito la propria contrarietà al progetto della Superlega: “Dobbiamo prendere in considerazione i fatti e non i pettegolezzi. Ho lavorato in diversi ruoli di rilievo nel calcio per decenni. Ho parlato con diversi club e quello della Superlega è stato un argomento di discussione, tutti nel calcio lo sanno. In 16 anni alla Uefa, siamo sempre riusciti a gestirlo, c’erano progetti ben più avanzati rispetto a quelli recenti. È responsabilità della Fifa di discutere di calcio con i membri. Adesso ascoltare alcuni club e parlare con loro, non significa che la Fifa ci stia dietro, sia collusa o stia complottando su qualunque progetto di Superlega”.