La Liga intende costituirsi come parte in causa nel procedimento legale attualmente in corso al Tribunale Commerciale di Madrid, relativamente allo scontro tra Superlega, Uefa e Fifa. Una causa che finora, nelle aule del tribunale madrileno, sta vedendo riconosciute parzialmente le ragioni dei club “ribelli”, stando almeno agli ultimi verdetti emessi dal giudice Manuel Ruiz de Lara. Adesso, però, la Liga ritiene di essere coinvolta nella causa, sostenendo che le ordinanze del tribunale di Madrid influiscano direttamente sulle proprie funzioni.
«La Liga – si legge nella nota – ha deciso di comparire nel procedimento n. 150/2021 innanzi al Tribunale del Commercio n. 17 di Madrid, in merito alla causa intentata dall’ente che rappresenta la Super League contro Uefa e Fifa. Tale intervento della Liga è stato richiesto sia sulle misure cautelari che nel procedimento principale. Dopo aver avuto conoscenza, attraverso i media, dell’adozione di un Ordine che stabilisce alcune misure cautelari, datato 20 aprile 2021; oltre ad una seconda Ordinanza, datata 1° luglio 2021, in cui vengono espressamente citate le leghe nazionali e il Presidente della Liga, quest’ultimo ritiene di avere un legittimo interesse a partecipare a tale procedura in quanto le decisioni da essa derivate influenzeranno in maniera evidente l’equilibrio del calcio in Europa. La Liga ha sempre difeso la necessità di intraprendere miglioramenti, ma non nella linea proposta dalla Super League. Il contenuto di questi due atti ha un impatto diretto sulle azioni e le dichiarazioni della Liga, influenzando così i suoi diritti, poteri e funzioni come lega professionistica».
Nell’ultima sentenza, il Tribunale del Commercio di Madrid ha ribadito alla Uefa il divieto di esclusione dalle competizioni europee per i club fondatori della Superlega. Il giudice Manuel Ruiz de Lara ha ordinato alla Uefa di «astenersi dall’escludere» i tre club con cui non ha ancora raggiunto un’intesa, ovvero Real Madrid, Barcellona e Juventus. È stato inoltre chiesto di annullare, rendere inefficaci e archiviare i procedimenti disciplinari avviati contro gli stessi club. Tra le sanzioni per le quali viene chiesto l’annullamento, oltretutto, ci sono quelle concordate con i nove club (tra cui Inter e Milan, oltre all’Atletico Madrid e alle sei inglesi) che hanno fatto dietrofront: la riduzione del 5% della quota di ripartizione dei ricavi, il contributo al fondo solidale da 15 milioni, la multa da 100 milioni in caso di ulteriori violazioni dell’accordo raggiunto.
Lo scorso 9 giugno, intanto, la Uefa ha annunciato la sospensione del procedimento disciplinare nei confronti dei tre club che non hanno firmato la Club Commitment Declaration. «A seguito dell’avvio dei procedimenti disciplinari contro Fc Barcelona, Juventus Fc e Real Madrid CF per una potenziale violazione delle normative Uefa in riferimento al progetto della cosiddetta Superlega, l’Organo di Appello della Uefa ha deciso di sospendere i procedimenti fino a ulteriore avviso». Il procedimento è stato avviato lo scorso 25 maggio, «a seguito di un’indagine condotta dagli ispettori della Commissione Etica e Disciplinare della Uefa», indagine annunciata il 12 maggio con la nomina degli ispettori incaricati di valutare quanto fatto dalle tre società che ancora non hanno formalmente fatto dietrofront rispetto al progetto della Superlega. Sul caso resta pendente il ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha reso noto di aver ricevuto la citazione a giudizio di Uefa e Fifa per possibile violazione delle norme anti-concorrenza dell’Unione Europea.