Liga-Cvc, Barcellona e Real fanno muro sulla joint venture da 2,7 miliardi

Real Madrid e Barcellona si oppongono all’accordo tra la Liga e il fondo Cvc. L’operazione da 2,7 miliardi di euro non è andata giù ai due club, che lamentano di non essere stati informati per tempo dalla lega presieduta da Javier Tebas, oltre alle modalità dell’intesa. Nel caso dei catalani, addirittura, il “no” alla joint venture tra la Liga e il fondo di private equity avrebbe sbarrato la strada al rinnovo del contratto di Lionel Messi, di fatto libero di accasarsi altrove poiché gli azulgrana non hanno spazio a livello salariale per inserirlo nell’organico della prossima stagione. Dopo aver annunciato il mancato prolungamento con l’argentino, il Barça ha pubblicato una nota per esprimere il proprio disappunto sull’accordo tra Liga e Cvc.

«L’Fc Barcelona, dopo aver analizzato il recente annuncio di LaLiga su un accordo strategico con il fondo di investimento internazionale Cvc, vuole presentare questa posizione: Fc Barcelona ritiene che l’operazione resa pubblica non sia stata sufficientemente verificata con i club (titolari dei diritti televisivi); che il suo importo non è coerente con gli anni di durata e che è interessata una parte dei diritti audiovisivi di tutti i club per i prossimi 50 anni. Il Club considera inopportuna la firma di un contratto di mezzo secolo viste le incertezze che da sempre circondano il mondo del calcio. Le condizioni del contratto di cui parla LaLiga condannano il futuro dell’Fc Barcelona in termini di diritti audiovisivi. L’Fc Barcelona vuole mostrare la sua sorpresa per un accordo promosso da Laliga in cui non ha tenuto conto dei criteri delle squadre, come lo stesso Fc Barcelona, né ha mostrato opzioni tra più concorrenti per poter valutare vantaggi e svantaggi in uno scenario come il post-pandemia».

Dello stesso avviso il Real Madrid: «Questo accordo è stato stipulato senza la partecipazione del Real Madrid e a sua insaputa, LaLiga ha consentito per la prima volta oggi di avere un accesso limitato ai termini dell’accordo. I club hanno ceduto i diritti audiovisivi esclusivamente per la loro commercializzazione in regime competitivo e per un periodo di 3 anni. Questo accordo, utilizzando una struttura ingannevole, espropria dai club il 10,95% dei loro diritti audiovisivi per 50 anni, andando contro la legge. La negoziazione è avvenuta senza un processo competitivo e le condizioni economiche concordate con il fondo Cvc gli danno rendimenti superiori al 20% annuo. Questo stesso fondo opportunista è quello che ha tentato senza successo accordi simili con i campionati italiano e tedesco. Il Real Madrid non può sostenere un’operazione che dia agli investitori il futuro di 42 club di prima e seconda divisione e il futuro dei club che ne faranno parte durante questi 50 anni».

Per Barcellona e Real Madrid si tratta dell’ennesimo atto della lotta interna contro Javier Tebas, presidente della Liga, che si è costituita nel procedimento al Tribunale Commerciale di Madrid in merito al caso Superlega ritenendo di «avere un legittimo interesse a partecipare a tale procedura in quanto le decisioni da essa derivate influenzeranno in maniera evidente l’equilibrio del calcio in Europa». La ratifica dell’accordo con Cvc (denominato LaLiga Impulso) è avventua in una riunione che ha visto partecipare i rappresentanti di Atletico Madrid, Villarreal, Levante, Real Sociedad, Siviglia, Betis e Osasuna per i club di massima serie.