Borussia Dortmund, il sacrificio di Sancho per coprire 73 milioni di perdite

Un sacrificio per far fronte all’impatto del Covid-19. Il Borussia Dortmund ha venduto Sancho al Manchester United dopo una stagione chiusa con perdite per 72,8 milioni di euro. Il conguaglio ottenuto dalla cessione dell’inglese (85 milioni di euro) basterebbe per coprire il deficit, ma il trasferimento è stato formalizzato lo scorso 23 luglio e dunque non rientra nelle operazioni dell’ultimo esercizio, che si chiude così in profondo rosso per i tedeschi. La qualificazione in Champions League ottenuta in extremis e la vendita di Sancho, però, dovrebbero bastare per evitare ulteriori cessioni eccellenti. Ogni riferimento al norvegese Haaland è tutt’altro che casuale: sul centravanti c’è da tempo la fila di pretendenti, ma a Dortmund vogliono tenerlo almeno un altro anno. Con la speranza di poter riequilibrare i conti dopo una stagione fortemente condizionata dalla pandemia.

Nell’anno finanziario 2020/2021 (dal 1 luglio 2020 al 30 giugno 2021), il Borussia Dortmund ha generato entrate per 334,2 milioni di euro (contro i 370,2 milioni di euro dell’anno precedente). Un calo di 36 milioni di euro sul fronte dei ricavi, mentre i proventi operativi totali consolidati sono stati pari a 358,6 milioni di euro (486,9 milioni di euro nel 2019/20). Il crollo è principalmente dovuto al quasi azzeramento dei ricavi da botteghino, da sempre un punto di forza del club giallonero. Nella stagione 2020/21, infatti, al Signal Iduna Park sono entrati in totale 21.800 spettatori nelle gare di Bundesliga, fin quando è stato possibile garantire l’ingresso ad una minima percentuale di spettatori. Negli anni passati, l’impianto ha superato il 99% di riempimento nelle gare casalinghe di campionato, con una media di oltre 80 mila spettatori a partita. La più alta di tutta la Bundesliga. La perdita netta consolidata, inoltre, è stata pari a 72,8 milioni di euro, in peggioramento rispetto ai 44 milioni dell’anno precedente.

Nello specifico, i 334,2 milioni di ricavi sono così composti: circa 0,6 milioni dal botteghino (contro i 32,5 milioni della stagione precedente), 186,7 milioni di proventi televisivi (in aumento rispetto ai 169,8 milioni del 2019/20, anche perché parte della quota prevista per quella stagione è stata pagata dopo giugno 2020), 106,6 milioni di pubblicità (anche qui in aumento, rispetto ai 98 milioni dell’esercizio precedente), 32,6 milioni dal merchandising (in ribasso dai 33,3 milioni dell’anno prima) e 7,7 milioni da eventi, conferenze e ristorazione (in crollo verticale, da 36,6 milioni di euro). Le spese per il personale del gruppo sono aumentate di 0,5 milioni di euro da 215,2 a 215,7 milioni di euro nell’esercizio appena concluso. Gli ammortamenti e le svalutazioni all’interno del gruppo aumentano di 4,9 milioni di euro passando da 106,1 a 111,0 milioni di euro. Gli altri costi operativi del gruppo sono diminuiti da 119,0 a 85,8 milioni di euro.

«Mentre il fatturato dell’anno precedente era diminuito solo per i quattro mesi di Coronavirus – ha dichiarato Hans-Joachim Watzke, CEO del Borussia Dortmund – ora abbiamo dovuto convivere con la pandemia per un intero anno finanziario. Pertanto, in termini di fatturato, questo è un risultato straordinariamente buono e un segno della forza del Borussia Dortmund». Il massimo dirigente del club tedesco ha voluto inoltre sottolineare il «compito estremamente stressante di condurre l’azienda attraverso una crisi che, questa volta, non è stata autoinflitta». Inoltre, Watzke ha invitato i tifosi a vaccinarsi e ha chiesto alla classe politica di «prendere decisioni coraggiose» in merito alle riaperture: «Non possiamo più risolvere tutto chiudendo bottega».