Manchester United, sfondato il tetto dei 100 milioni di perdite nel 2021

Il Manchester United chiude l’esercizio al 30 giugno 2021 con perdite nette per 107,9 milioni di euro. Annata nera anche per i Red Devils, al termine di una stagione caratterizzata interamente dalla misure restrittive imposte a causa della pandemia di Covid-19. Questo nonostante i ricavi siano in calo solo del 2,9% rispetto all’anno precedente (da 509 a 494,1 milioni di sterline, pari a 578,3 milioni di euro) mentre i costi sono aumentati del 3,1% e sono pari a 630,2 milioni di euro. Alla perdita record ha contribuito l’aumento dell’aliquota dell’imposta sulle società dal 19% al 25%, di fatto effettivo dall’aprile del 2023, ma che stando a quanto comunicato dal club è stato sostanzialmente adottato sin da subito comportando un addebito pari a 11,2 milioni di sterline (poco più di 13 milioni di euro) per imposte differite non monetarie.

Tolti i proventi televisivi, nei quali vanno contati anche quelli relativi alla stagione 2019/20, ma per le partite disputate dopo il 30 giugno, tutte le voci riguardanti i ricavi sono in netto calo. Il crollo maggiore arriva dal botteghino, che dagli 89,8 milioni di sterline del 2020 passa ai soli 7,1 milioni di sterline dell’ultimo anno (8,3 milioni di euro al cambio). Alla voce commerciale, invece, i ricavi scendono da 279 a 232,2 milioni di sterline, pari a 271,8 milioni di euro. Nel dettaglio, i ricavi da sponsorizzazione sono in calo del 23,3% e si attestano a 164 milioni di euro, mentre dal merchandising e dalla vendita di prodotti e licenze si passa da 23,2 a 21,7 milioni di sterline, ovvero 25,4 milioni di euro, per un calo del 7,4% in un anno. Dalle tv, tra la quota riferita alla stagione precedente e la partecipazione alla Champions League, sono arrivati in tutto 298,2 milioni di euro, più del doppio rispetto a un anno prima.

La pandemia in corso e le misure per prevenire un’ulteriore diffusione hanno continuato a interrompere le attività del Manchester United, con lo stadio e il museo chiusi ai visitatori fino a maggio. Per l’ultima partita della scorsa stagione, però, a Old Trafford è stato possibile ospitare diecimila spettatori. In totale, nel corso dell’ultimo esercizio, trentatré partite casalinghe di tutte le competizioni sono state giocate a porte chiuse, oltre a una partita casalinga della Premier League, che è stata giocata con una capacità significativamente ridotta. Questo viene confrontato con un totale di ventitré partite casalinghe con tifosi presenti e una partita casalinga giocata a porte chiuse durante l’anno precedente, creando un calo significativo dei ricavi dal botteghino come effetto primario della pandemia di Covid-19. Sempre a causa dell’emergenza sanitaria è stato annullato il tour pre-campionato, con effetti sulle entrate da sponsorizzazioni. Sebbene la maggior parte delle restanti restrizioni imposte dal governo del Regno Unito sia stata revocata e l’Old Trafford abbia riaccolto i tifosi a pieno regime, permane un’incertezza per cui il club ha deciso di non fornire indicazioni sui ricavi o sull’Ebitda rettificato per l’anno fiscale 2022.

«È stato un inizio di stagione entusiasmante all’Old Trafford – ha dichiarato il vicepresidente Ed Woodward – con una folla di persone presenti per la prima volta in quasi 18 mesi. Siamo stati lieti di dare il bentornato a Cristiano Ronaldo nel club, insieme a Raphael Varane, Jadon Sancho e Tom Heaton, per rafforzare ulteriormente i progressi che la nostra prima squadra ha fatto sotto la gestione di Solskjaer. Ciò è stato reso possibile dalla forza del nostro modello operativo, con investimenti sostenuti nel team appoggiati da robusti ricavi commerciali. Tutti coloro che sono legati al Manchester United possono essere orgogliosi della resilienza che abbiamo dimostrato attraverso le sfide create dalla pandemia e attendiamo con grande ottimismo il resto della stagione e oltre».