L’Ajax ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2021 con perdite pari a 8,1 milioni di euro, un peggioramento di quasi 30 milioni (28,8 milioni complessivi) rispetto all’annata precedente, nella quale gli effetti della pandemia di Covid-19 sono stati parzialmente mitigati. È proprio l’emergenza sanitaria ad aver inficiato maggiormente i conti del club olandese nell’ultima stagione, avendo dovuto disputare la maggior parte delle partite casalinghe senza pubblico alla Johan Crujiff Arena. I ricavi sono diminuiti di 37,1 milioni, attestandosi a 125,2 milioni di euro, mentre la riduzione dei costi (pari a 7,1 milioni di euro) non è bastata per evitare una chiusura in perdita, essendo principalmente dovuta a risparmi legati a trasferte e partite disputate.
I ricavi operativi si sono dimezzati nel giro di un anno. La principale fonte di entrate, per l’Ajax, si conferma essere il calciomercato: nella passata stagione, infatti, il club 35 volte campione dell’Eredivisie ha raccolto 86,1 milioni dalle cessioni di van de Beek al Manchester United, Dest al Barcellona, Ziyech al Chelsea e Traoré allo Shakhtar Donetsk. È sul fronte dei ricavi strutturali, invece, che l’Ajax ha accusato il colpo della pandemia. Il botteghino ha portato in dote solamente 400 mila euro (contro gli 11,7 milioni della stagione precedente) a cui aggiungere altri 800 mila euro da business seat e skybox (che nel 2019/20 hanno garantito 13,4 milioni). In tutto questo, dalle partite nelle competizioni continentali, non è stato possibile aprire lo stadio al pubblico. Si riducono anche i ricavi da sponsorizzazione (27,7 milioni contro i 34,6 milioni del 2020) e televisivi (11,7 milioni, in calo di 1,5 milioni), mentre il merchandising inverte la tendenza e nonostante la chiusura dei negozi vede aumentare i propri introiti di 2,7 milioni, raggiungendo quota 21,6 milioni di euro.
I costi sostenuti dall’Ajax nel corso della passata stagione si aggirano sui 158,3 milioni di euro, cifra in sostanziale diminuzione rispetto all’annata precedente (-7,1 milioni di euro) principalmente per una riduzione dei costi legati alle partite. Anche perché, sul fronte salariale, i lancieri hanno visto alzare l’asticella delle uscite. Dai 92,4 milioni del 2019/20 si passa ai 94,7 milioni per stipendi, salari e oneri sociali. Un aumento dovuto ai premi per i risultati sportivi, mentre il costo fisso degli stipendi dei tesserati è diminuito a seguito dell’accordo tra il club e i calciatori per far fronte alla crisi. Allo stesso modo, si sono ridotti i costi per il management e l’amministrazione, avendo raggiunto accordi simili anche con i dirigenti.