Un milione di euro (più i debiti sportivi) per mantenere il Catania in Serie C. Senza il centro sportivo di Torre del Grifo, ma con una società costituita ex novo per ereditare il titolo sportivo del club etneo, dichiarato fallito lo scorso 22 dicembre. Il tribunale etneo ha aperto l’asta per la cessione del «ramo aziendale calcistico» composto da diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, struttura e organizzazione settore giovanile, immobilizzazioni materiali, indumenti, merce, targhe, coppe, trofei e marchi registrati. La base d’asta è stata fissata a 1 milione di euro, con rialzo minimo da 50 mila euro in caso di gara. La vendita è asincrona e il termine ultimo per presentare le offerte è l’11 febbraio alle ore 12. Lo stesso giorno, alle ore 16, si terrà l’udienza che potrebbe così formalizzare il nuovo ciclo per il Catania, che ha perso la matricola dopo più di 75 anni, ma potrebbe non perdere la categoria.
Il debito sportivo del Calcio Catania, stando alla perizia consegnata dai consulenti tecnici d’ufficio nominati nella procedura fallimentare, si attesta intorno al valore di 2.850.000 euro, importo che potrebbe incrementarsi ove dovessero essere inclusi i debiti afferenti i dipendenti non tesserati, ma strettamente funzionali all’attività sportiva, pari a complessivi 457.000 euro circa; ma anche ridursi, ove venissero escusse in tutto o in parte le fideiussioni esistenti in Lega, con copertura degli emolumenti dovuti ai tesserati. Non rientrano nel conto eventuali compensazioni in caso di cessioni sul mercato invernale attualmente in corso. Come si legge nell’avviso pubblico, infatti, «le somme dovute a qualsiasi titolo dalla Lega Italiana Calcio Professionistico (Lega Pro) e/o dalla FIGC, dalla FIFA, dalla UEFA e società calcistiche anche estere […] la cui debenza discenda da titoli risalenti al periodo precedente al trasferimento del ramo aziendale […] saranno dovute al fallimento della cessionaria stessa anche in mancanza di richiesta degli organi fallimentari e senza eccezione alcuna». Tutti i debiti della società fallita, sono esclusi.
Al valore di 1 milione, fissato come base per l’asta, i consulenti tecnici d’ufficio sono giunti partendo dalla stima del patrimonio netto rettificato pari a 605.000 euro, gran parte del quale relativo alla struttura del settore giovanile (valutata 460.000 euro). Considerando anche la disponibilità di un «parziale recupero di quanto anticipato per il debito sportivo» quantificabile in circa 400.000 euro, si arriva al milione di cui sopra. Resta escluso dalla stima il centro sportivo di Torre del Grifo, che non apparterrà dunque alla nuova società che erediterà il titolo sportivo del Catania in Serie C, ma sarà messo in vendita in una successiva asta.
Per Catania e per la Lega Pro è una corsa contro il tempo per evitare la radiazione. Dopo il fallimento, il Tribunale aveva concesso l’esercizio provvisorio al club etneo fino al 2 gennaio, scadenza slittata all’indomani poiché la data fissata inizialmente cadeva di domenica. Per ottenere un prolungamento, il giudice aveva richiesto alla SiGi, la holding proprietaria del Catania, il pagamento di un debito da circa 600 mila euro. Dopo aver raccolto all’incirca la metà della somma richiesta, è stata concessa una proroga di 48 ore, al termine della quale l’esercizio provvisorio – necessario per mantenere l’affiliazione per la stagione in corso – è stato prolungato fino al 28 febbraio. Prima di quella data, saranno aperte le buste con le offerte per il nuovo Catania.