La UEFA ha pubblicato la tredicesima edizione del rapporto The European Club Footballing Landscape. L’edizione di quest’anno fornisce anche un aggiornamento sull’effetto che il secondo anno di pandemia di COVID-19 ha avuto nei club di massima divisione in Europa.
Uno dei risultati più evidenti del rapporto è che la maggior parte dei ricavi mancati, superiori ai 4,4 miliardi di euro, proviene da entrate perse negli stadi, con un flusso di proventi quasi cancellato (88% in meno) durante l’anno finanziario 2020/21 come risultato degli spalti vuoti nel corso dell’emergenza sanitaria. I ricavi dal botteghino hanno contribuito solo per il 2% ai ricavi dei club in tutta Europa, in calo rispetto al 16% prima della pandemia. Naturalmente, la perdita degli incassi ha avuto un profondo impatto sulle finanze complessive del club. Il rapporto mostra che l’impatto complessivo della pandemia sui ricavi del club nelle stagioni 2019/20 e 2020/21 dovrebbe essere di 7 miliardi di euro. Il rapporto mostra entrate televisive sane nel 2021 e il nuovo ciclo dei diritti delle competizioni UEFA per club (2021/22–2023/24) ha visto un’ulteriore crescita delle entrate dei diritti di trasmissione.
I premi per i club saliranno a oltre 2,7 miliardi di euro all’anno, da dividere tra i 96 club partecipanti alle tre competizioni per club della UEFA (Champions League, Europa League e Conference League). Si prevede che i pagamenti di solidarietà per lo sviluppo giovanile ai club che non si qualificano alle competizioni UEFA per club aumenteranno di oltre il 60%. Dall’inizio della UEFA Champions League, più di 1 miliardo di euro è stato distribuito a più di 1.500 club e accademie in tutta Europa come investimento sui giovani. Il rapporto mostra anche che i giocatori di età pari o inferiore a 23 anni hanno rappresentato il 55% della spesa totale per trasferimenti (in valore) nei 20 maggiori mercati d’Europa, rispetto a una media decennale del 47%.
«Nella prefazione dello scorso anno, ho espresso la speranza che si potesse intravedere il campo verde della ripresa, e così è stato», ha dichiarato il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin. «Con le stagioni 2021/22 vicine al giro di boa – prosegue – le presenze sugli spalti stanno mostrando segni di una forte ripresa. Questo è un aspetto importante, indicatore dello stato dei club, ed è stato raggiunto grazie a grandi sforzi nell’organizzazione delle partite e nello sviluppo di protocolli sanitari efficaci in tutta Europa. Una lezione degli ultimi due anni è stata che è solo dimostrando solidarietà e lavorando insieme che il calcio europeo può superare sfide esistenziali come la pandemia. Questa è stata anche una lezione tratta dal cosiddetto progetto Super League. Le azioni di interesse di pochi sono state vanificate dall’unità del calcio europeo: tifosi, club, giocatori e federazioni nazionali. Questo rapporto fornisce dettagli che fanno riflettere sulle sfide post-pandemia che ci attendono, ma illustra anche la notevole solidità e resilienza del calcio europeo, con il suo approccio unificato. In definitiva, la pandemia ci renderà solo più forti. La crisi del COVID ha anche messo in evidenza fino a che punto il calcio fa parte del tessuto della vita europea. Il calcio è stato una vera e propria ancora di salvezza per molti. Non farò previsioni audaci per l’anno a venire, se non per dire che, indipendentemente dal fatto che la pandemia rimanga o vada, il calcio europeo rimarrà forte, stabile e unito nel 2022».