Il nome di Roman Abramovich è entrato nell’elenco dei destinatari di sanzioni da parte del Regno Unito per i legami con Putin e con la Russia, a seguito del conflitto in Ucraina. I beni dell’oligarca sono ora congelati e, tra questi, rientra il Chelsea. Il club londinese, messo ufficialmente in vendita da Abramovich, potrà operare solamente per effetto di una licenza speciale concessa dal governo britannico, in vigore fino al 31 maggio 2022. Per la cessione delle quote, però, bisognerà attendere ulteriori permessi, in quanto la vendita di partecipazioni societarie non è inclusa nella lista di atti concessi in questa fase ad Abramovich. Per il patron del Chelsea, oltre al congelamento degli asset, è stato disposto il divieto di viaggio nel Regno Unito, il divieto di ingresso in territorio britannico delle proprie navi e dei propri aerei per essere «collegato ad una persona che è o e stata coinvolta nella destabilizzazione dell’Ucraina», ovvero il presidente russo Putin, «con cui Abramovich ha avuto una stretta relazione per decenni» che ha portato a «benefit finanziari o materiali» inclusi «i contratti ottenuti in vista del Mondiale 2018», organizzato proprio dalla Russia.
In base a quanto previsto all’articolo 64 delle Russia Regulations del 2019, il governo può concedere una licenza speciale a soggetti destinatari di sanzioni. In questo caso, il Chelsea può operare sotto questo tipo di licenza, in quanto bene di proprietà di Abramovich. Il club può così sostenere spese per compensi e stipendi agli impiegati e ai tesserati del club, oltre che per i compensi ai dirigenti ad esclusione di Abramovich, tasse, assicurazioni e manutenzione delle strutture (escluse nuove opere o ristrutturazioni), spese di trasferta per le partite e gli allenamenti fino ad un massimo di 20 mila sterline per partita per ogni squadra del club, spese per sicurezza, catering e stewarding fino a 500 mila sterline a partita. Per le operazioni di calciomercato accordate prima del 10 marzo 2022, il club può estinguere i pagamenti sia dei prestiti che degli acquisti. I possessori di abbonamento possono assistere alle partite così come chiunque abbia acquistato un biglietto prima del 10 marzo, mentre non sarà possibile vendere merchandising ufficiale (salvo terzi che abbiano stock invenduti). I detentori dei diritti televisivi possono pagare il club, ma tutti i fondi ricevuti dal Chelsea saranno congelati.
«Soddisferemo le partite delle nostre squadre maschili e femminili contro Norwich e West Ham», scrive il Chelsea in un comunicato ufficiale, a poche ore dalle due partite disputate ieri sera. «Intendiamo – prosegue la nota – avviare discussioni con il governo del Regno Unito in merito alla portata della licenza. Ciò includerà la richiesta di autorizzazione per la modifica della licenza al fine di consentire al Club di operare nel modo più normale possibile. Cercheremo inoltre indicazioni dal governo del Regno Unito sull’impatto di queste misure sulla Chelsea Foundation e sul suo importante lavoro nelle nostre comunità». La segretaria di stato Nadine Dorries, su Twitter, ha affermato che «il governo lavorerà con la lega e i club per continuare a giocare a calcio assicurandosi che le sanzioni colpiscano coloro per i quali sono previste. Le squadre di calcio sono beni culturali e le fondamenta delle nostre comunità. Ci impegniamo a proteggerli».
Il Chelsea, intanto, deve rinunciare al proprio main sponsor. La compagnia telefonica Three UK, a seguito delle sanzioni irrogate ai danni di Abramovich, ha annunciato la sospensione temporanea della partnership col club londinese, che nel 2020 ha siglato un contratto triennale dal valore di 40 milioni di sterline a stagione (oltre 47,5 milioni di euro annui). «Alla luce delle sanzioni recentemente annunciate dal governo, abbiamo chiesto al Chelsea Football Club di sospendere temporaneamente la nostra sponsorizzazione del club, inclusa la rimozione del nostro marchio dalle magliette e dallo stadio fino a nuovo avviso. Riconosciamo che questa decisione avrà un impatto sui tanti tifosi del Chelsea che seguono con passione la loro squadra. Tuttavia, riteniamo che, date le circostanze e la sanzione governativa in vigore, sia la cosa giusta da fare». Nella sfida di ieri sera tra Norwich e Chelsea, il logo di Three è comunque comparso sulle divise dei Blues.