Erick Thohir acquisterà una quota di maggioranza dell’Inter di Massimo Moratti. Si aspettano, come ripetiamo da alcune settimane, solo le firme sui contratti. L’accordo di massima tra le due parti è stato raggiunto da oltre un mese, ma è nei dettagli che si nasconde il Diavolo (non quello rossonero). Non caso la trattativa ha rischiato di saltare un paio di volte su questioni apparentemente secondarie.
Dunque, entro la fine luglio, al massimo agli inizi di agosto, si arriverà alle firme. L’appuntamento a Milano non è stato ancora fissato, in attesa che gli studi legali che seguono la trattativa (Lazard è il “supervisore”) mettano a punto le ultime clausole della cessione fissando gli step per il passaggio di consegne (che comunque non sarà immediato).
Come anticipato su questo blog lo scorso 30 maggio, Thohir acquisterà una quota vicina all’80% (potrebbe essere un po’ meno, in base alla suddivisione dei debiti in carico alla società). Verrà inserita nell’accordo una opzione “call”, vale a dire il diritto di Thohir di acquisire, a un prezzo prestabilito, il restante pacchetto azionario in un arco temporale di 24 mesi: si sta ancora studiando se definire l’opzione call in modo che Thohir possa esercitare il diritto di acquisto a suo piacimento entro settembre 2015 (come è prassi nei contratti targati Usa) o se possa farlo solo a partire da settembre 2015, alla fine del biennio (secondo la prassi europea). Si è anche discusso per alcuni giorni della possibilità di inserire nell’accordo una contro-opzione a favore di Moratti per permettergli, a date condizioni, di riappropriarsi di un pacchetto azionario “rilevante” dell’Inter. Ma non è stato dato seguito a questo scenario per la contrarietà di Thohir che non vuole troppe incertezze sul futuro del club.
In cambio il presidente nerazzurro ha spinto per garantire al vertice della società (al di là degli inevitabili innesti che la nuova proprietà indonesiana dovrà e vorrà fare) una sorta di continuità con la storia della famiglia Moratti. Per questo, a parte un periodo transitorio in cui lo stesso Massimo Moratti potrebbe restare alla presidenza, un incarico di prestigio dovrebbe essere assicurato ad Angelomario Moratti, attuale vicepresidente dell’Inter (nonché presidente di Inter Brand e amministratore delegato di Inter Futura).
E veniamo alla questione prezzo. La valutazione dell’Inter, come indicato su questo blog lo scorso 30 maggio, è di circa 300 milioni. Abbandonando il “piano B” (vale a dire cessione iniziale del 30/40% con la certezza possibilità per Thohir di salire oltre il 50% in un biennio) e accettando l’idea di una cessione immediata del controllo, Massimo Moratti ha chiesto e ottenuto il cosiddetto “premio di maggioranza”. Normalmente questo premio si aggira sul 10-20% rispetto alla valutazione che si dà all’intero pacchetto azionario. In definitiva, per l’Inter Moratti potrebbe incassare circa 50 milioni quale premio di maggioranza, più la quota legata alla percentuale ceduta (circa 260 milioni per l’80%, meno per percentuali inferiori ovviamente). Nel complesso circa 300 milioni da cui andrà dedotta la quota dei debiti risultanti dal bilancio 2013 corrispondente alla quota che resterà nelle sue mani (a meno che Thohir accetti, ma sembra davvero poco probabile, di adempiere da solo alle obbligazioni contratte dalla società che al 30 giugno 2012 ammontavano a circa 450 milioni, a fronte di circa 150 milioni di crediti).
A questo punto non resta che attendere il comunicato con cui le parti annunceranno l’avvenuta firma.