Il rallentamento delle trattative per la cessione dell’Inter negli ultimi giorni è stato interpretato in molti modi. Ma qual è la lettura più vicina alla realtà, al di là delle frasi di circostanza e delle smentite di rito dei protagonisti?
Da alcune settimane gli avvocati d’affari e i consulenti che assistono le due parti stanno scrivendo le minuziosissime clausole del contratto di vendita dell’Inter; in pratica, quali saranno i compiti, i diritti e i doveri del presidente Massimo Moratti e quali quelli del socio (di maggioranza) Erick Thohir.
I nodi principali legati alla scelta di vendere, alla valutazione del club e al premio di maggioranza sono stati sostanzialmente sciolti.
Lo scenario, quindi, è questo: definiti tutti gli aspetti dell’affare da parte dei legali (potrebbero volerci ancora un paio di settimane, sempre che non nascano intoppi), Thohir sbarcherà in Italia per apporre la propria firma sul contratto di acquisto della maggioranza dell’Inter (basteranno poche ore per organizzare il viaggio), sostituirà una parte del management (non subito) e si affiderà al Presidente Massimo Moratti per una co-gestione indispensabile per traghettare la società in una nuova era.
Al momento poco trapela sui “dettagli” (quote, corrispettivo, periodo di transizione prima del passaggio del pacchetto di maggioranza in mano indonesiana). Il passaggio del pacchetto di controllo a Thohir e alla cordata indonesiana però potrebbe essere più breve rispetto al biennio/triennio di cui si è parlato e, di conseguenza, le cifre dell’operazione potrebbero essere più alte di quelle emerse fin qui (con una valutazione di partenza del 100% dell’Inter superiore ai 300 milioni di euro).