Duecentosessanta milioni per l'80% dell'Inter (una ventina di milioni in più per il 100%), magari lasciando al presidente Moratti la presidenza "temporanea" della società. E' questa l'offerta "vincolante" con cui il tycoon indonesiano Erick Thohir ha sparigliato le carte e messo in crisi la determinazione di Massimo Moratti a conservare la proprietà del club nerazzurro.
Effettuata la due diligence attraverso uomini di fiducia, Thohir ha deciso di muoversi in prima persona, incontrando Moratti e proponendogli di subentrare nel controllo della società da subito. Di fronte alle reticenze dell'attuale patron, Thohir per la verità ha lasciato aperta – come è stato raccontato in questi giorni – una subordinata: vale a dire la possibilità di acquisire un pacchetto di minoranza del 20/30%, per poi ottenere il resto nel giro di un paio d'anni, rinnovando più gradualmente il managment nerazzurro.
La soluzione preferita dagli investitori indonesiani tuttavia resta quella di comprare subito la maggioranza dell'Inter (l'80%), preservando la presenza in società di Moratti per garantirsi un atterraggio "morbido" nella Penisola ed avere una sponda per gestire il passaggio di consegne e i rapporti con l' establishment nazionale ed europeo. Le relazioni sul territorio milanese della famiglia Moratti, inoltre, sono ritenute fondamentali per avviare gli investimenti nel nuovo stadio.
D'altro canto, l'offerta indonesiana che ha superato sul filo di lana gli altri dossier da mesi all'esame dell'Inter e dei suoi consulenti, appare per molti versi irrinunciabile. Dilazionare la cessione dei pacchetti azionari, se è stata una buona soluzione per il passaggio delle quote Saras ai russi della Rosfnet, non è detto lo sia anche per il club.
Tra due o tre anni, in effetti, gli investitori asiatici potrebbero non essere più disposti a rilevare la maggioranza (almeno alle cifre odierne), specie se la situazione sportiva e conseguentemente economica non dovesse migliorare. Un ritorno alla redditività per l'Inter nel breve-medio periodo infatti è tutt'altro che scontata. Per quanto l'operazione che ha portato Mazzarri sulla panchina interista e l'investimento relativo (oltre 6 milioni lordi a stagione) venga considerata come la garanzia di poter tornare in Europa il prossimo anno, con un ritorno d'immagine, e non solo, immediato.
In ogni caso, dovendo investire almeno altri 100 milioni per ricapitalizzare la società (in vista della forte perdita del bilancio 2013) e rinforzare l'attuale organico, i soci indonesiani pretendono di avere voce in capitolo immediatamente su tutto, al di là delle soluzioni formali scelte per il trasferimento del controllo. Questo significa soprattutto avere propri manager nei ruoli chiave in sostituzione di quelli attuali. E questo sacrificio ulteriore, oltre all'attaccamento familiare alla società, starebbe insinuando qualche dubbio nella testa di Massimo Moratti che mai come questa volta sembrerebbe orientato, dopo quasi 20 anni di presidenza, a passare la mano. Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore e se ci saranno rilanci da parte delle altre cordate interessate alla squadra.
Del magnate indonesiano ormai molto si sa. Grande appassionato di sport & business, possiede due squadre di basket nel suo Paese, una quota dei Philadelphia 76ers, franchigia della Nba, e una partecipazione nel club Usa di soccer Dc United di Washington . Il padre di Erick Thohir è co-proprietario di una conglomerata, l'Astra International, che vanta un giro d'affari di 20 miliardi di dollari.