Negli anni Duemila Milan e Barcellona sono state le regine del calcio europeo. Ma se in ambito economico-finanziario il club catalano ha visto quadruplicare il fatturato, il Milan è scalato di posizioni nella classifica delle società con il maggiore giro d'affari. In campo invece c'è stato maggiore equilibrio.
La Champions league. Dalla stagione 1999/2000, il Barcellona ha vinto tre volte, dominando nelle ultime stagioni soprattutto. I successi dei Blaugrana sono arrivati nel 2006, nel 2009 e nel 2011. Il Milan, dal canto suo, ha conquistato due volte la Coppa dalle Grandi Orecchie (nel 2003 e nel 2007) sfiorando il successo nella finale persa ai rigori con il Liverpool nel 2005. I rossoneri, peraltro, possono vantare in Champions ben sette successi complessivi contro i quattro del Barca.
I fatturati. Diverso il discorso sul piano dei conti. Spulciando nei bilanci dei due club, si nota, un anno di svolta nel 2006. Al termine di quella stagione, infatti, il Barcellona per la prima volta ha superato il Milan in fatto di ricavi. Una forbice che si è andata via via allargando. Nel 2000 il club rossonero incassava 142 milioni contro i 119 dei catalani. Il Milan ha incrementato progressivamente i propri ricavi anno dopo anno (salendo a 239 milioni nella stagione 2005/2006). Dopo di che i ricavi hanno oscillato con picchi negativi (i 197 milioni del 2009) e positivi (i 244 milioni del 2010), ma senza mai decollare. I ricavi del Barcellona, al contrario, sono costantemente cresciuti in questi dieci anni abbattendo record dopo record fino a sfondare nel 2011 la soglia dei 450 milioni. Al 30 giugno 2012 il Barcellona fattura oltre 490 milioni di euro con un utile di circa 49 milioni (dai diritti tv arrivano 180 milioni, dallo stadio 116 e dall'attività commerciale 186). Il Milan al 31 dicembre 2011 incassava circa 250 milioni (126 dalle tv, fra Italia ed Europa, 34 dal botteghino e 96,8 milioni dalle attività commerciali).
Lo "spread". Quali sono le ragioni di questo sorpasso? Al di là delle differenti scelte gestionali che sicuramente hanno inciso, un influsso rilevante hanno avuto senza dubbio le differenti normative esistenti nei due paesi. A partire dal passaggio in Italia dalla vendita individuale dei diritti tv a quella collettiva. In Spagna Real Madrid e Barcellona possono cedere individualmente i diritti e incassare quasi il doppio dei principali club tricolori (180 milioni contro 70/80). I club spagnoli inoltre hanno una base associativa, una sorta di azionariato popolare. Il Barcellona ha quasi 170mila sostenitori che affollano sempre lo stadio e i cui contributi per le regole del fair play finanziario non vengono considerati come iniezioni di capitale (vietate sopra i 45 milioni nel prossimo triennio), ma costituiscono "fatturato".
Fisco e sponsor. Gli spagnoli hanno anche beneficiato di una legislazione fiscale più favorevole per i redditi alti (con un'imposta al 25%, ora abolita) che ha permesso di attrarre i campioni e ottenere quelle vittorie necessarie ad allargare il budget degli sponsor. Il Barcellona dopo un secolo di orgogliosa "indipendenza" e dopo aver ospitato sulle prorpie maglie gratuitamente la scritta Unicef nel 2010, ha deciso di stipulare un accordo con la Qatar Foundation, un logo istituzionale che appartiene a un’organizzazione internazionale no profit per la difesa dei bambini. Inoltre dal prossimo anno la maglia balugrana porterà le insegne della Qatar Airways per introiti pari a 150 milioni in 5 anni.