"È saltata la trattativa per Kakà, quindi rinunciamo". Così l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, ha spiegato il fallimento dell'affare con il Real Madrid, non praticabile "a causa della fiscalità".
Kakà beneficia della cosiddetta legge Beckham (decreto reale 687/2005) varata dal governo Aznar nel 2005 e abolita dal 2010. La legge fra le altre cose prevedeva un'aliquota di tassazione ridotta dal 43% al 24% per tutti i lavoratori stranieri in Spagna con introiti superiori ai 600.000 euro annuali. Beneficio che vale per cinque anni se "agganciato" a un contratto anteriore al 2010. Trasferendosi in Italia, Kakà dovrebbe rinunciare a questa agevolazione. A carico del Milan ci sarebbe, perciò, una tassazione del 43%.
In pratica, anche se il brasiliano accettasse di decurtarsi l'ingaggio da 10 milioni netti (quelli pagati dal Real, pari a circa 12,5 a stagione) il peso per il bilancio del Milan sarebbe lo stesso in quanto i 6 milioni accettati da Kakà per tornare in Italia equivarrebbero a circa 12 milioni di euro (con le imposte tricolori).
Senza considerare la minusvalenza per il bilancio del Real Madrid (minusvalenza di circa 27 milioni) che ha pagato per Kakà oltre 60 milioni nel 2010. Il Blancos però avrebbero risparmiato oltre 30 milioni di ingaggio fino al 30 giugno 2015.