"Andiamo verso una riflessione, una volta concluso questo filone giudiziario in cui é impegnata anche la giustizia sportiva: tenendo sempre conto che siamo all'interno di un quadro normativo internazionale e che esiste l'autonomia dell'ordinamento sportivo riconosciuto dalle leggi dello Stato proprio per salvaguardare una dimensione di specificità dello stesso". Questi è il pensiero del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, il quale ha spiegato anche che nei prossimi mesi si avvierà una discussione per la riforma della giustizia sportiva, anche in chiave scommesse illegali.
"Serve un approfondimento giuridico – ha precisato Abete – sul piano delle esimenti e delle attenuanti tenendo anche conto di un'applicazione della 231, la responsabilità delle società prevista dal decreto legislativo 231 del 2001, che può, in presenza di altri reati, far venire meno o diminuire la responsabilità di soggetti che non hanno commesso direttamente questi reati, anche se la responsabilità oggettiva rimane un'architrave dell'ordinamento sportivo internazionale. Le scommesse illegali determinano centri di criminalità organizzata finalizzata ad utilizzare l'evento, anche se il risultato finale non interessa se non che sia in linea con quello che hanno scommesso per avere un illecito guadagno".
Cosa prevede la "231"? Che se il dipendente o il dirigente di una società commette un reato nell'interesse della società, la società paga ed è reposabile insime a chi ha commesso il reato, a meno che non dimostri di aver adottato un tipo di ogranizzazione, con controlli e gerarchie chiare, per evitare la commissioni di illeciti. O, in altre parole, di essere estranea all'illecito, di non aver avuto alcun interesse alla sua commissione e di essere, in definitiva, parte lesa. Adeguatamente modulata, quindi, la disciplina della responsabilità amministrativa delle società potrebbe permetetre ai club di limitare fortemente la propria esposizione.
D'altro canto la riforma della giustizia sportiva che dovrebbe vedere la luce dal giugno 2013 già prevede un sistema di attenuenti ed esimenti nei casi di razzismo e atti violenti delle tifoserie. "Oggi – ha concluso il presidente della Figc – c'é già un'attività di coordinamento importante a livello di Interpool che a gennaio sarà nuovamente in Italia, c'é anche un'iniziativa governativa. Ma c'é la necessità di raccordarsi per far crescere la dimensione della prevenzione e della deterrenza. Il procuratore della Repubblica di Cremona sta continuando le indagini, ha chiesto un prolungamento delle stesse, da una parte noi siamo nella condizione di sostenere l'impegno della procura, dall'altra preoccupati in maniera giusta, visto che tante situazioni sono emerse e sono oggetto della giustizia sportiva".