Genoa-Siena, per il Viminale le colpe sono della società e dei giocatori

La follia di Genova ha diversi responsabili, ma non la polizia. Almeno questo è quello che pensa  il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri che ha difeso l'operato del questore e delle forze dell'ordine, sottolineando, che sarebbe "semplicistico" addossare tutte le colpe alla polizia e ricordando che intervenire in "certe circostanze" potrebbe produrre "danni peggiori".

"La polizia ha agito con molto equilibrio" ha precisato il ministro. Quel che la polizia deve fare, ha aggiunto, lo sta facendo: accertare i fatti e individuare i responsabili. "Sappiamo chi sono e abbiamo tutte le testimonianze". Dunque per il Viminale, dal punto di vista dell'ordine pubblico, non ci sono stati particolari problemi e la situazione è stata gestita nel migliore dei modi possibili.  Senza un intervento dei poliziotti in curva, che avrebbe provocato scontri il cui esito nessuno poteva prevedere.  

Tanto che - come ha ricordato il questore – più volte i responsabili dell'ordine pubblico hanno chiesto esplicitamente a giocatori e società di non assecondare le richieste degli ultrà, ricordando che c'erano le "forze idonee" per garantire la sicurezza. Non possono essere poliziotti e carabinieri, viene fatto anche notare, i responsabili dell'ingresso allo stadio di bombe carta e fumogeni: i controlli, sia nelle operazioni di pre-filtraggio che di filtraggio, sono affidati agli steward, quindi alle società. E la stessa normativa prevede che le verifiche debbano essere fatte a  campione su almeno il 50% degli spettatori. 

Secondo l'ex sottosegretario Alfredo Mantovano è addirittura "sconcertante l'atteggiamento di certi autorevoli dirigenti del mondo sportivo italiano. Chi punta il dito sulla polizia – ha sottolineato  – dovrebbe spiegare in base a quali norme e con quali modalità doveva avvenire l'arresto in flagranza degli imbecilli che hanno chiesto e ottenuto le maglie dei calciatori; se non è stato improvvido consegnare le maglie contro l'espressa indicazione dei responsabili della sicurezza; se non è più appropriato spingere tutte le società a recidere ogni rapporto con questi ambienti".

Ancora più esplicito è stato il sindacato di polizia Coisp, secondo il quale per i poliziotti "è ora di dire basta ai servizi d'ordine che somigliano più a missioni in territori di guerra. È ora che chi ha interesse a mantenere florido quel business che il calcio è diventato si assuma le proprie responsabilità. E dunque che siano le società a farsi carico della vigilanza, con servizi d'ordine privati".
 

Per mesi semmai le società sportive si sono lamentate della Tessera del tifoso e invece proprio quel provvedimento ha consentito almeno in serie A una calo del 15% del numero di incontri con feriti rispetto al girone d'andata dell'anno scorso. "In Italia – disse il capo della polizia Antonio Manganelli meno di due mesi fa – nessun fenomeno delinquenziale ha avuto una flessione così forte come quello legato alla violenza nelle manifestazioni sportive".