Un punto di penalizzazione in classifica per irregolarità amministrative. Il Parma paga così il mancato rispetto dei termini per il pagamento delle ritenute Irpef relative ai mesi di novembre e dicembre 2013. Alla penalità in classifica vanno aggiunte un’ammenda di 5 mila euro per la società, due mesi di inibizione al presidente Tommaso Ghirardi e all’amministratore delegato Pietro Leonardi, oltre ad un’ammenda di ulteriori 5 mila euro a testa. È questa dunque la decisione del Tribunale Federale Nazionale sul caso-Parma esploso al termine dello scorso campionato, che costò ai ducali il mancato accesso all’Europa League. Una decisione che non resterà isolata: il club emiliano, lo scorso 17 novembre, ha comunicato di non aver pagato per tempo mensilità arretrate, dando così la certezza di una ulteriore penalizzazione. Uno scenario che rende più cupa la posizione dei crociati, ultimi in classifica a quota cinque punti e in procinto di passare ad una nuova proprietà. La trattativa vive ore febbrili e non tutti i nodi legali e finanziari sono stati sciolti.
La cordata russo-cipriota e i dubbi sulla trattativa. Tommaso Ghirardi, dopo gli appelli estivi riguardo alla sua decisione di lasciare il club per la mancata ammissione all’Europa League conquistata sul campo, ha trovato un accordo per la cessione del pacchetto azionario ad una cordata di petrolieri russo-cipriota, rappresentata dall’avvocato Fabio Giordano (si parla in queste ore anche di una presenza del petroliere albanese Rezart Taci, da tempo interessato a rilevare un club italiano). Le cifre per l’acquisto della società si aggirano tra i sette e gli otto milioni di euro, a cui andranno aggiunti i debiti. La disclosure è prevista per giovedì ma due incognite lasciano ancora dei dubbi sull’esito positivo delle trattative. La prima riguarda la crisi tra Russia e Ucraina, con un concreto pericolo di embargo dei capitali provenienti da Mosca. Se i capitali dovessero invece giungere da Cipro sarebbero da verificare i rischi legati alla trasparenza degli stessi, con le banche cipriote tenute sotto stretta osservazione da parte dell’Unione Europea, per il pericolo di riciclaggio.
Un 2014 con un rosso da 100 milioni. In attesa di conoscere le cifre del bilancio 2014 (di cui ancora non c’èm traccia), il Parma ha già chiuso in rosso l’esercizio precedente. Le perdite ammontavano a soli 3,2 milioni di euro grazie a proventi straordinari ottenuti dalla cessione del brand alla “Parma Fc Brand Srl” per 31 milioni. Lo squilibrio dei conti della stagione 2012/13 tra entrate e uscite operative ammontava perciò a circa 35 milioni. Per l’esercizio 2014 si può immaginare un rosso non inferiore. Il club di Tommaso Ghirardi potrebbe quindi aver accumulato tra 2013 e 2014 oltre 77 100 milioni di rosso. Il Parma, sempre nel 2013, ha inoltre iscritto a bilancio un totale debiti di 175 milioni di euro, oltre 40 milioni in più rispetto al 2012, due terzi dei quali non legati ai movimenti di mercato (5,3 verso banche, 33,9 verso altri finanziatori per anticipi e operazioni di factoring, 28 verso fornitori, 38,7 verso società controllanti).
Plusvalenze in continua discesa. Il calo delle plusvalenze, già subito nel 2013 (da 53 a 22,5 milioni di euro), non è stato evitato dalle centinaia di giocatori messi sotto contratto e girati a varie squadre satellite in Italia o in Slovenia. Nella stagione 2013/14 il Parma ha effettuato movimenti di mercato con un saldo positivo di circa 7 milioni (la cessione di Pabon al Monterrey per 4 milioni è stata iscritta a bilancio nel 2013), realizzando però plusvalenze inferiori rispetto all’ultimo esercizio con le sole cessioni di Belfodil all’Inter, Pellè al Feyenoord e Chibsah al Sassuolo che non hanno inciso però sui conti.