Sette mesi per ribaltare le gerarchie del calcio mondiale. Dagli arresti di Zurigo negli ultimi giorni di maggio fino alla decisione del Comitato Etico della Fifa per chiudere l’annus horribilis di Sepp Blatter e Michel Platini: otto anni di sospensione con effetto immediato, una condanna che mette definitivamente la parola fine all’egemonia dell’ormai ex numero uno della federazione calcistica internazionale. Dopo cinque mandati da presidente, carica che ricopre dal 1998, Blatter si era dichiarato disponibile a rimettere il mandato proprio a causa dello scandalo esploso in quest’ultimo anno. L’arresto di sette dirigenti ha scoperchiato un caso di corruzione senza eguali nella storia del calcio mondiale, con l’assegnazione dei Mondiali del 2018 e del 2022 come pomo della discordia. È da qui, dalla decisione di disputare le prossime due edizioni della Coppa del Mondo in Russia e in Qatar, che crolla il castello di carte del massimo organo calcistico del pianeta. Due filoni investigativi, seguiti dalla Fbi e dalla procura elvetica, hanno portato ad accuse per riciclaggio e gestione sleale, con gli arresti di elementi di spicco della Fifa quali Eugenio Figueredo (presidente della Conmebol ed ex vicepresidente Fifa) e Jeffrey Webb (vicepresidente del Comitato esecutivo Fifa). Gli inquirenti americani sono arrivati sino al nome di Jerome Valcke, ovvero il vice di Blatter, accusato di aver trasferito dieci milioni di dollari dai conti correnti della Fifa a quelli di Jack Warner, presidente della federazione di Trinidad e Tobago, nonché uno dei sette dirigenti arrestati a Zurigo. Per arrivare a Blatter bisogna attendere sino a settembre, quando il suo nome spunta nel registro degli indagati. La procura generale svizzera apre un procedimento a suo carico per gestione fraudolenta riguardo alla cessione dei diritti televisivi delle ultime due edizioni del Mondiale alla Federazione caraibica, ma soprattutto per un pagamento illecito di due milioni di franchi svizzeri (1,8 milioni di euro) versati nel 2011 sul conto di Michel Platini per una presunta consulenza risalente al periodo tra il 1998 e il 2002. Qui entra in gioco il secondo condannato, attualmente numero uno della Uefa, che viene sospeso per novanta giorni dal Comitato Etico in via provvisoria. Il dirigente francese si appella al Tas di Losanna, vedendo respinta la propria richiesta solo pochi giorni fa, in quanto la sospensione “non arreca alcun danno irreparabile” alla corsa verso la presidenza Fifa, poltrona alla quale Platini si è candidato dopo lo scandalo di maggio. La sentenza dello stesso Comitato Etico, però, chiude di fatto le porte alla sua candidatura: Blatter non è stato in grado “di dimostrare la presenza di basi legali per questo pagamento […] che non aveva alcun fondamento giuridico”, così come Platini, a cui è stata inoltre comminata una multa di 80 mila franchi svizzeri (circa 74 mila euro). Un verdetto che per il numero uno della Uefa “era già stato scritto quattro mesi prima”, come ammesso a caldo dopo la sospensione, definita inoltre una “copertura patetica della volontà di eliminarmi dal mondo del calcio”. La Uefa, pubblicamente, ha deciso di sostenere il suo presidente, dichiarandosi “estremamente delusa da questa decisione, che tuttavia è soggetta ad appello”. Per Platini e per la sua corsa alla poltrona della Fifa, dunque, c’è ancora una speranza.