Al Catania la serie B è costata circa 15 milioni di perdite. E il fatturato al 30 giugno 2015 pari a 39,9 milioni (in Serie A il club etneo aveva un giro d’affari di 54 milioni) è stato salvato da entrate straordinarie per circa 30 milioni. Oltre ai 12,5 milioni di “paracadute”, i ricavi sono stati corroborati, infatti, da 9,6 milioni di plusvalenze da calciomercato, 2,4 milioni di mutualità e da 5,6 milioni incassati dalla vendita dell’archivio Rai. Le entrate “ordinarie” sono state di appena 4,4 milioni (1,5 milioni dal botteghino, 2,4 milioni dall’area commerciale e 0,5 milioni dai diritti tv). Essere scivolati in cadetteria ha fatto venire meno 30 milioni di diritti tv in un colpo solo. Non sono stati tagliati in proporzione i costi: gli ingaggi hanno pesato sui conti per 16,5 milioni (contro i 21,8 del 2014), e gli ammortamenti per 9,5 milioni. Un costo della rosa complessivo capace di assorbire quasi tutti i proventi straordinari. In totale i costi della produzione sono addirittura saliti da 55 a 57 milioni con 12 milioni accantonamenti nel fondo rischi. Dal punto di vista patrimoniale il bilancio 2015 evidenzia crediti per circa 17 milioni e debiti per 55 milioni, di cui 25 verso banche e 12 verso fornitori. Il gioiello del club resta il centro sportivo Torre del Grifo inaugurato nel 2011 che è iscritto a bilancio per un valore residuo di 41 milioni di euro (rispetto al costo storico di 47 milioni). L’asset fondamentale per attirare eventuali investitori (il Catania ha dilazionato fino al 2032 il finanziamento col credito sportivo) rispetto al marchio e al titolo sportivo della società svalutati dall’attuale militanza in Lega Pro e dallo scandalo scommesse che ha travolto la dirigenza Pulvirenti. In ogni caso, il rendiconto del Catania è la riprova di come, data l’attuale ripartizione degli introiti tv, la retrocessione può condurre quei club che non riescono a “rimbalzare” subito nella massima serie o a tagliare nettamente gli ingaggi (ma non è facile senza rischiare di smantellare la rosa e impoverirla tecnicamente) verso serie difficoltà finanziarie. Un pericolo che il raddoppio da 30 a 60 milioni complessivi del paracadute deciso dalla Lega di A a partire dalla stagione 2015/16 può in parte mitigare ma non scongiurare del tutto.
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