La Corte Federale d’appello respinge il ricorso presentato dalla Procura Federale per il proscioglimento di tutti i deferiti nel cosiddetto caso “plusvalenze”. Undici club (Juventus, Napoli, Genoa, Sampdoria, Empoli, Parma, Pisa, Pescara e Pro Vercelli, oltre ai radiati Chievo e Novara) e 59 dirigenti finiti nel mirino dei pm federali per una serie di operazioni di mercato e i conseguenti effetti avuti nei bilanci, tramite iscrizione di plusvalenze ritenute fittizie. Una tesi smentita dal Tribunale federale nazionale in primo grado, secondo cui è «concretamente irrealizzabile “il” metodo di valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive di un calciatore». In appello, è arrivata un’ulteriore conferma del proscioglimento giunta al primo giudizio.
Le richieste del procuratore federale Giuseppe Chinè per i club, va ricordato, si limitavano ad ammende di vario genere: 800 mila euro per la Juventus, 392 mila euro per il Napoli, 320 mila euro per il Genoa, 195 mila euro per la Sampdoria e 42 mila euro per l’Empoli tra le società di Serie A; 338 mila euro per il Parma e 90 mila euro per il Pisa in Serie B; 125 mila euro per il Pescara e 23 mila euro per la Pro Vercelli in Serie C. Le sanzioni richieste per i dirigenti, invece, riguardavano inibizioni in alcuni casi superiori ai 12 mesi (16 mesi e 10 giorni richiesti per Paratici della Juventus, 12 mesi per Agnelli). Ma come per il procedimento al Tribunale federale nazionale, anche in corte d’appello si è risolto tutto con un nulla di fatto.
Contestualmente, sono stati presentati tre reclami incidentali. Uno proposto dalla Sampdoria e dai suoi dirigenti, uno dal Parma e l’altro dall’Empoli e dai suoi dirigenti, tutti depositati lo scorso 29 aprile. Tali reclami sono stati dichiarati improcedibili dalla corte, presieduta da Mario Luigi Torsello. Tale ricorso era stato presentato in merito al mancato deposito della nota della Covisoc sulle plusvalenze, risalente al 14 aprile 2021.