Palermo, emissari del City Football Group in città per le trattative

Il City Football Group fa sul serio per il Palermo. Dopo aver avviato la due diligence per l’ingresso in società, il network che controlla il Manchester City e altri nove club in giro per il mondo sta proseguendo le trattative per entrare nel capitale del club rosanero, in corsa per la promozione in Serie B tramite i play-off. Nella serata del match tra i rosanero e la Triestina, valido per il ritorno del primo turno di fase nazionale, è atteso sugli spalti un dirigente del gruppo, Brian Marwood, accompagnato da altri emissari giunti in Sicilia per incontrare di persona il presidente Mirri. L’operazione complessiva dovrebbe aggirarsi sui 6 milioni di euro per l’80% del club.

La galassia del City Football Group si potrebbe arricchire di un nuovo satellite. Dal 2008, anno in cui è partito il progetto Mansur con l’acquisizione del Manchester City, la “famiglia” si è allargata a livello globale: negli Usa, con i New York City militanti in Mls (dei quali detiene l’80%), poi in Australia (Melbourne City, 100%) e Giappone (Yokohama Marinos, 20%). Nel 2017 è il turno del Sudamerica, con gli uruguaiani del Montevideo City Torque, inoltre nello stesso anno vengono rilevate parte delle quote del Girona, in Spagna. Negli ultimi anni, il network ha posto le proprie basi in Cina, dove ha rilevato una quota di minoranza del Sichuan Jiuniu, e in India, dove possiede il 65% del Mumbai City. Infine, in Europa, ha preso possesso del Lommel (club belga militante in Division 1B) e, per ultimo, del Troyes, che (dopo quella in Bolivia col Club Bolivar) ha aperto le porte ad una nuova partnership in Francia col Vannes.

La proprietà del City Football Group è prettamente emiratina, essendo controllato dall’Abu Dhabi United Group, che detiene il 78% delle quote della holding. In seguito, si sono inseriti tra gli investitori i cinesi di CITIC Capital e China Media Capital (proprietari del 12%, complessivamente) e poi gli statunitensi di Silver Lake Partners col 10%. Questi ultimi, quando hanno rilevato la loro quota di minoranza nel 2019, hanno investito 500 milioni di dollari, valutando così l’intero capitale del City Football Group in 5 miliardi di dollari.

Nell’ottica delle proprietà straniere nel calcio italiano, il Palermo si accoderebbe ad altri club in tutto il panorama professionistico nazionale. In Serie A, dopo l’operazione che ha portato all’ingresso dell’italo-americano Pagliuca nell’Atalanta, sono nove le società con al proprio interno un socio (quasi sempre di maggioranza, se non unico) proveniente dall’estero: i bergamaschi, appunto, seguiti da Bologna, Fiorentina, Genoa, Inter, Milan, Roma, Spezia e Venezia.. In Serie B, invece, il Parma è di proprietà dello statunitense Kyle Krause, il Como è controllato dagli indonesiani del gruppo Djarum, gli statunitensi del North Sixt Group detengono il 31% dell’Ascoli e altri due affaristi made in USA come Alexander Knaster e Joe Tacopina sono al comando di Pisa e Spal. In Serie C, tra i casi più noti – e più recenti – quello del Cesena che da fine dicembre è controllato al 60% dagli statunitensi della Jrl Investment Partners, rappresentata dal presidente John Aiello e dall’Ad Robert Lewis. Il Palermo, col City Football Group alle spalle, si candida ad essere il prossimo.