I club indebitati “sono un pericolo” per lo sport. Non fa nomi, ma fa riferimenti chiari Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain e dell’Eca, ospite della conferenza Football Talks, organizzata dalla federcalcio portoghese (FPF). Il numero uno dell’associazione dei club europei ha evidenziato come vi siano società che abbiano “perso parecchio e siano profondamente indebitate”, sottolineando la presenza di club con 1,8 miliardi di debiti. Un riferimento per nulla velato al Barcellona: “Servono regole per proteggere i club da debiti e disastri. Investiamo, non compriamo, perché amiamo il calcio. Nel periodo del Covid-19, gli investimenti hanno salvato il calcio. Ma ci sono club fortemente indebitati e questo è un pericolo”.
Inevitabile, per Al-Khelaifi, soffermarsi anche sul progetto della Superlega, del quale è sempre stato oppositore col Paris Saint-Germain. Da questo punto di vista, il presidente del club parigino sostiene il nuovo format adottato dalla Uefa per la Champions League: “Questa nuova formula aumenta il numero di partite del 150 per cento ed è già un successo. Siamo uniti nel senso di sviluppare il calcio, nel rispetto dei tifosi e dei media, perché l’ecosistema calcistico è molto più grande di due o tre club. Questo è molto importante per tutti noi”.
Per quanto riguarda la direzione da prendere, Nasser Al-Khelaifi ha ritenuto che “il calcio stesso ha la sua cultura ed è tradizionale”, ma ha anche avvertito che deve essere “creativo e pensare fuori dagli schemi”. “Dobbiamo pensare a come ottenere più interesse per il nostro gioco. I fan vogliono anche vedere cosa fanno i giocatori fuori dal campo. Certo, quello che fanno dentro è importante, ma è necessario usare quello che succede fuori. Il calcio ci unisce e vedo che quando viaggio con la squadra è un enorme successo. Anche durante la pandemia è stato così”, ha sottolineato.
Infine, Al-Khelaifi ha anche ribadito l’importanza degli investimenti sul calcio femminile, poiché “la diversità e l’inclusione sono molto importanti per noi”. “In futuro è possibile fare profitto, ma serve pazienza, perché c’è ancora molto da fare, soprattutto nelle file giovanili”.