Nel caso Juventus credo che la giustizia sportiva stia dimostrando tutta la propria inadeguatezza.
Si è scelto di non perseguire il club bianconero con un unico processo sulla base dell’inchiesta Prisma per ragioni tecniche e scadenze legate alla revocazione, salvo sanzionare la Juve non tanto per il filone riaperto delle plusvalenze fittizie ma per slealtà sportiva e per il sistema fraudolento messo in piedi (e già qui ci sarebbe da ridire sul giudizio espresso su atti non passati al vaglio almeno dell’udienza preliminare).
Il processo è stato spezzettato in più filoni ma contestando di fatto la stessa cosa: il fraudolento sistema Juve e la slealtà sportiva.
Con la conseguenza di aver perso tempo sugli altri filoni (manovre stipendi e partnership opache) peraltro quelli più delicati a mio avviso.
E di ritrovarsi, anche per le evidenti incongruenze della sentenza sulle plusvalenze, con un rinvio alla Corte federale per rivedere le sanzioni che dilata molto i tempi.
L’effetto è che la Juve, se colpevole, potrebbe non subire sanzioni in questo campionato ma nel prossimo.
A meno che non si trovi una corsia per accelerare tutto quindi si proiettano incertezze su questo e sul prossimo campionato. Sulla prossima stagione peraltro già pendono i potenziali processi sportivi per tutti gli altri club coinvolti nel filone plusvalenze legato alla Juve e in analoghi procedimenti (quelli ad esempio aperti da Procure di Tivoli, Roma e Napoli).
Insomma, un guazzabuglio che rischia di alterare la leale competizione in due tornei e non solo in quello in corso.
Gettando un’ombra anche sul prossimo ciclo di diritti tv.
Tralasciando qui il merito delle questioni e della responsabilità che saranno eventualmente accertate, il mito della celerità della giustizia sportiva va superato.
La celerità non è più accettabile in un comparto industriale che ha bisogno di certezze (almeno giudiziarie).