La Juventus non sfata il tabù delle finali e nella spettacolare cornice del Millennium Stadium di Cardiff si arrende al mito dei Galactiocos perdendo con il Real Madrid per 4 a 1. Una partita combattuta ed equilibrata, come nelle attese della vigilia, che ha arriso ai Blancos grazie alla doppietta di Cristiano Ronaldo e alle reti di Casemiro e Asensio (a nulla è valso l’acrobatico goal del momentaneo pareggio di Mario Mandžukic).
Il mancato Triplete juventino non deve ridimensionare tuttavia la bontà delle scelte gestionali della catena dirigenziale Andrea Agnelli, Beppe Marotta e Fabio Paratici come di quelle tecnico-tattiche di Massimiliano Allegri. In un percorso fortemente sinergico fra i vertici delle varie aree societarie che fin qui ha premiato tanto il palmares nazionale quanto il bilancio. La vittoria in finale garantiva un bonus di 15,5 milioni contro gli 11 milioni assegnati alla finalista sconfitta. In ogni caso, a prescindere dall’esito dell’ultima gara, i bianconeri avevano già messo in cassaforte almeno 110 milioni di introiti Uefa. Un record, perchè nessuno finora in Europa era riuscito a incassare più di 100 milioni (il precedente primato era detenuto sempre dai bianconeri grazie agli 89 milioni incamerati nella stagione 2014/15).
Rispetto alla Juve le entrate Champions del Real sono inferiori. I Blancos si fermeranno intorno ai 90 milioni (dopo aver toccato quota 80 milioni lo scorso anno) per due motivi: la minore quota derivante dalle tv iberiche per i diritti di trasmissione della competizione che rende il market pool spagnolo meno generoso di quello italiano; la presenza e i buoni risultati degli altri club della Liga (Barcellona e Atletico Madrid) che si spartiscono questa torta a differenza di quanto accade per i club italiani le cui cattive performance hanno assicurato in questa stagione una sorta di monopolio bianconero.
Il volano della Champions, poi, sarà fondamentale per la ulteriore crescita del fatturato della Juve. Dopo la finale persa due stagioni fa con il Barcellona, il club di Agnelli per esempio ha concluso la prima sponsorizzazione “marco-regionale” con la birra messicana Tecate (oggi se ne contano sette) che insieme ad altre fruttuose iniziative ha spinto il fatturato verso i 400 milioni e riportato in attivo i conti.