Il Palermo non ha depositato in Lega B la fideiussione da 800 mila euro richiesta per l’iscrizione al campionato entro le 23.59 di lunedì e questo, a norma di regolamento, basterebbe per considerare il club rosanero escluso dal prossimo torneo cadetto. Salvatore Tuttolomondo, direttore finanziario di Arkus Network, ovvero della società che ha rilevato le quote del Palermo, si appella invece al “legittimo impedimento” per un non meglio precisato problema di natura tecnologica, che avrebbe impedito alla società assicurativa di emettere la polizza fideiussoria nei tempi previsti. Di fatto, però, il Palermo dovrà attendere almeno fino al 4 luglio per conoscere il primo verdetto sulla propria iscrizione, quello che arriverà dalla Covisoc una volta analizzata l’intera documentazione fornita alla Lega nei tempi previsti. Niente proroghe, né deroghe: il termine del 24 giugno è perentorio e non possono essere consegnate altre carte in date successive.
Eppure il Palermo ci sta provando. Dopo una lunga odissea, alle 23.59 di lunedì nessun membro della società è giunto agli uffici di via Rosellini a Milano, sede della Lega B, per depositare la fideiussione (che, da regolamento, va presentata in originale). Allo stesso orario, però, è stata inviata una Pec da EVC Intermediazioni Assicurative, rappresentata dal broker Carlo Camilleri, che Tuttolomondo ha dichiarato in conferenza stampa di avere assoldato proprio per trovare qualcuno disposto a rilasciare la garanzia necessaria. Nella mail inviata alla Lega si fa riferimento ad un “disguido telematico che non consente la trasmissione della polizza” da parte della società bulgara Lev Ins Insurance Company Ad. La società è riconosciuta dall’Ivass e il rating rientra nei parametri previsti dalla Figc, ma di fatto la fideiussione non è arrivata neanche dopo 12 ore dalla decorrenza dei termini e il Palermo, allo stato attuale delle cose, presenta una documentazione incompleta.
Lo scenario, salvo sorprendenti deroghe non previste dai regolamenti, è dei più tetri. Entro il 4 luglio la Covisoc concluderà la propria istruttoria sulla scorta dei documenti consegnati entro lunedì e informerà società e leghe su chi va considerato in regola e chi no. Allo stato attuale delle cose, ovvero senza una fideiussione, il Palermo non rientrerebbe nei parametri per l’ottenimento della licenza. Se così dovesse essere entro la scadenza del 4 luglio, la società avrà altri quattro giorni di tempo per presentare ricorso (con tassa da 15 mila euro annessa). L’11 luglio la Covisoc darà il proprio parere dinanzi al Consiglio federale che l’indomani sancirà il verdetto definitivo.
Per Tuttolomondo e Arkus Network, a neanche due mesi dall’acquisizione del club rosanero, quella data rischia di trasformarsi in uno spartiacque per il futuro. Se il Palermo non dovesse ottenere la licenza per la prossima stagione, l’unica possibilità sarà la ripartenza dai dilettanti con una nuova società come già accaduto di recente in altre piazze. I proprietari, invece, si troverebbero costretti a fare i conti con la “black list” introdotta dalla Figc lo scorso aprile, nata per impedire l’acquisizione di quote societarie da parte di soggetti che negli ultimi cinque anni hanno ricoperto il ruolo di socio, amministratore o dirigente con poteri di rappresentanza in ambito federale in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato o di revoca dell’affiliazione. Una sorte che a questo punto potrebbe toccare anche il dg Lucchesi, giunto ormai alla quarta esperienza critica nel giro di tre anni. Dopo il crack sfiorato a Pisa (con la società salvata da Corrado), il default del Latina (nel quale è entrato in dirigenza nel bel mezzo di una procedura fallimentare) e la toccata e fuga dalla Lucchese con Grassini, Palermo rischia di essere la sua ultima spiaggia nel calcio professionistico.