L’operazione della Guardia di Finanza, che ha oscurato la piattaforma onlinea Xtream Codes, rappresenta il primo passo concreto nella lotta alla pirateria in streaming. L’inchiesta, che va avanti in tutta Europa, punta all’attacco delle Iptv, sistemi di trasmissione via internet dei canali satellitari. Altri controlli sono stati eseguiti in Bulgaria, Francia, Germania, Grecia e Olanda, ma solo in Italia si stima un’utenza di circa cinque milioni di persone (quasi sempre tramite abbonamento, a costi risibili). Al momento del sequestro della piattaforma, le Fiamme Gialle stimano un’audience pari ad almeno 700 mila utenti. Uno degli ideatori di Xtream Codes è stato arrestato a Salonicco, mentre in Italia il flusso delle rivendite era diffuso da nord a sud, principalmente Lombardia, Veneto, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia.
La Lega Serie A, allineata agli altri principali tornei europei nella lotta alla pirateria, ha accolto con entusiasmo la notizia: “Siamo sulla strada giusta”, è stato il primo commento del presidente Gaetano Micciché, che ha definito la pirateria “una piaga che drena risorse altrimenti investite e alimenta circuiti malavitosi, causando danni economici e di impiego” superiori al miliardo di euro. “La Lega Serie A – prosegue – ha stanziato dei fondi per combattere questo fenomeno criminale e il nostro obiettivo è quello di ridurre sensibilmente il numero dei pirati già in questo campionato, fino ad azzerare nel breve periodo la trasmissione illegale dei flussi audiovisivi. Operazioni come quella di oggi ci dimostrano che siamo sulla strada giusta”.
“E’ un’ottima notizia per il nostro Paese – aggiunge l’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo – finalmente si inizia a ristabilire lo stato di diritto, continueremo la nostra azione di sensibilizzazione e di denuncia per perseguire le associazioni criminali ed anche ogni singolo utente, che rischia multe fino a 25mila euro per l’utilizzo delle Iptv illegali. La pirateria uccide il calcio e oggi posso affermare che il nostro mondo sta molto meglio”. Sul piano penale, non rischiano solo gli ideatori della piattaforma, ma anche gli utenti. Nell’aprile 2018, la Cassazione aveva infatti negato l’archiviazione della posizione degli utenti di un’altra Iptv illegale, basandosi sulla Legge sulla protezione del diritto d’autore: le pene vanno da una multa (da 2500 a 25 mila euro) alla reclusione da sei mesi a tre anni.