Il calcio italiano si prepara a tornare in campo, almeno per quel che riguarda la sfera professionistica, ma la “fase tre” inizia di fatto con un aiuto concreto da parte della Figc ai club. È stato infatti istituito il Fondo Salva Calcio, da parte del comitato di presidenza della Federcalcio su proposta del presidente Gravina. Un progetto la cui approvazione sarà portata nel consiglio federale convocato per lunedì, nel quale è previsto un intervento diretto da parte della Federazione in favore delle società, dei tesserati e dei tecnici di Serie B, Serie C, Lega Dilettanti e calcio femminile. In totale saranno stanziati 21,7 milioni di euro.
La Federazione ha previsto di destinare le seguenti risorse: fino a 5 milioni di euro per il sostegno alle società di Lega B; fino a 5 milioni di euro per il sostegno alle società di Lega Pro; fino ad euro 5 milioni di euro per le società della Lega Nazionale Dilettanti; fino a 3 milioni di euro ai calciatori e fino a 3 milioni di euro ai tecnici e ai preparatori attraverso il riconoscimento di un contributo unico al fondo di solidarietà calciatori, allenatori e preparatori atletici. La Figc riconosce inoltre fino a 700 mila euro per le società della Divisione Calcio Femminile, finalizzati alla ripresa e al completamento delle attività della stagione sportiva 2019/2020.
“È un’iniziativa che non ha precedenti – commenta il presidente Gravina – e rappresenta una grande assunzione di responsabilità che la Figc prende in favore del sistema calcio nel suo complesso. Si tratta di uno stanziamento diretto la cui entità fungerà sicuramente da volano per la ripresa”. Soddisfatto anche il presidente della Lnd, Sibilia: “Con il Fondo Salva Calcio potremo disporre di risorse per gestire al meglio la ripresa delle attività ma soprattutto dare un piccolo ma concreto sollievo all’intero mondo dilettantistico. Credo che questa sia la migliore risposta a chi attendeva con impazienza delle certezze dalle quali ripartire”.
La Figc, intanto, nei giorni scorsi ha pubblicato le indicazioni generali per la pianificazione, organizzazione e gestione delle partite di calcio a porte chiuse. Un documento di 40 pagine che presuppone la suddivisione dell’impianto sportivo in tre zone: interno stadio (zona tecnico-sportiva), tribune (area media-tribuna stampa), esterno stadio (tv compound-parcheggi). Il numero massimo di persone ammesse allo stadio è di 300 unità per la Serie A (proporzionalmente inferiore per le gare di Serie B e C) e comprende tra gli altri le squadre, gli ufficiali di gara (compreso il Var), il personale di sicurezza e il servizio medico, i raccattapalle (massimo sei) e il reparto media (20 tra giornalisti e fotografi).