Può l’intelligenza artificiale prevenire gli infortuni? È la domanda che si è posta Zone7, una startup con sede a Palo Alto fndata da due esperti con un passato in Oracle, Salesforce e nell’intelligence israeliana, che si è impegnata sul tema della prevenzione e della “predizione” degli infortuni nello sport. Un tema quanto mai attuale, vista la ripresa delle attività nel calcio dopo mesi di stop causati dalla pandemia di Covid-19. Un rischio per la salute degli sportivi, prima che economico per club.
La Bundesliga, il primo campionato ripreso in Europa, dopo sole sei partite ha registrato otto infortuni nella ripresa. Questo perché le squadre hanno avuto a disposizione soltanto nove giorni per il passaggio dagli allenamenti individuali a quelli collettivi. Secondo Eyal Eliakim, co-fondatore di Zone7, il rischio di riscontrare infortuni aumenta significativamente dovendo giocare più di 6 partite in 30 giorni. Anche sulla base di queste argomentazioni, la startup israeliana ha raccolto 2,5 milioni in un round di investimento negli Usa.
In uno scenario del genere, il “motore” di Zone7 interviene tramite un sistema di riconoscimento di pattern, che interpreta i dati raccolti giornalmente dal lavoro delle squadre in allenamento. L’interpretazione dei cosiddetti big data porta ad un’analisi che deve essere svolta da un preparatore atletico, medico o data analyst per una corretta contestualizzazione di questi dati. In sostanza, Zone7 è un algoritmo che fornisce indicatori sul rischio di infortunio di ogni singolo atleta, con tanto di sistema di avvertimento preventivo e suggerimenti su come modificare le sedute di allenamento.
Da due anni, l’applicazione di Zone7 è utilizzata dal Getafe, avversaria dell’Inter in Europa League, che ha registrato una riduzione degli infortuni pari al 70%: solo otto casi nelle ultime due stagioni, il dato più basso di tutta la Liga. “Ciò che prima era soggettivo – ha dichiarato Javier Vidal, preparatore atletico del Getafe – è ora oggettivo, l’intelligenza artificiale ci fornisce i dati in un’ora così possiamo prendere decisioni in tempo reale”. Grazie ai successi ottenuti col Getafe, Zone7 sta ora approdando in altri club della Liga e ha già messo piede nella Championship inglese e in Germania. Gli infortuni, d’altronde, hanno un costo. Basti pensare che in Premier League, nel 2019, i venti club hanno pagato 166 milioni di sterline (pari a 183 milioni di euro) in stipendi ai giocatori costretti ai box.