L’approvazione dell’emendamento “sblocca stadi” nel Dl Semplificazioni riapre nuovamente le speranze dei club di Serie A e non solo, che adesso attendono il voto del Senato e la conversione definitiva alla Camera per avere il via libera alla norma che contenterà di accelerare gli interventi di modifica o rifacimento ex novo degli impianti italiani, anche superando le prescrizioni previste nei casi in cui gli impianti siano sottoposti a vincoli paesaggistici o culturali, dunque per i quali sarebbe necessario il benestare da parte della sovrintendenza.
Gli stadi di proprietà in Serie A, per il momento, sono solamente quattro: Allianz Stadium di Torino, casa della Juventus; Gewiss Stadium di Bergamo, dove gioca l’Atalanta, Mapei Stadium-Città del Tricolore di Reggio Emilia, stadio del Sassuolo; e Dacia Arena di Udine. A questi si aggiungono il Benito Stirpe di Frosinone in Serie B e il Giovanni Zini di Cremona, il cui comune ha ceduto il diritto di superficie per 99 anni alla Cremonese. Pochi rispetto al resto d’Europa, ma l’intenzione è quella di colmare il gap per mettersi in pari con le principali leghe continentali.
Sono dieci i progetti di rinnovamento strutturale: cinque sono già esistenti e riguardano gli impianti di Bergamo, Genova, Parma, Reggio Emilia e Ferrara. Inoltre sono stati avviati gli iter per quanto riguarda gli stadi di Milano, Verona, Bologna, Firenze, Lecce, Cagliari e Roma, quest’ultimo in piedi da ormai nove anni. Dopo oltre 3000 giorni, la maggioranza ha dato il via libera al progetto per la costruzione dell’impianto di Tor di Valle. Questo è uno dei progetti di stadi da costruire ex novo, come il nuovo San Siro, che dovrebbe ospitare le sfide casalinghe di Milan e Inter. I due club hanno presentato al Comune un documento propedeutico per la creazione di una nuova struttura, mantenendo elementi dell’attuale stadio. Progetta un nuovo stadio anche la Fiorentina, a Campi Bisenzio, così come il Cagliari (attesa la gara pubblica entro il 2021) e il Verona (entro il 2022).
Costruire uno stadio nuovo “pesa” a livello di investimenti dai 100 milioni al miliardo di euro. La prima in Italia a fregiarsi di uno stadio di proprietà fu la Reggiana nel lontano 1995 (con quello che allora venne denominato Stadio Giglio), mentre l’apripista in epoca recente è stata la Juventus, con l’inaugurazione dello Juventus Stadium (ora Allianz Stadium) nel settembre 2011. Successivamente è toccato all’Udinese, che ha fatto sorgere la Dacia Arena sulla base del vecchio Stadio Friuli. Nel corso degli anni, la lista si è allungata. Adesso, con lo spiraglio aperto dal Dl Semplificazioni, l’elenco è pronto ad accogliere altri nomi.