La guerra tra Messi e il board del Barcellona miete una vittima illustre. Il presidente Josep Maria Bartomeu, dopo aver dichiarato di non volersi dimettere, ha rassegnato le proprie dimissioni a pochi giorni dalla votazione della mozione di sfiducia da parte dei soci. Un addio polemico, quello di Bartomeu, che nel corso dell’uscita di scena ufficiale ha anche svelato le intenzioni del club in merito alla partecipazione alla Superlega, progetto che sta prendendo piede tra le big europee per un campionato continentale al di fuori della sfera di influenza della Uefa.
“Il consiglio di amministrazione ha votato favorevolmente all’approvazione delle richieste per prendere parte in una futura Superlega Europea per club – ha ammesso Bartomeu – un progetto portato avanti dai più grandi in Europa. I dettagli di queste richieste saranno resi disponibili al prossimo Cda e la decisione riguardo alla partecipazione in questa competizione dovrebbe essere ratificata dalla prossima assemblea. Voglio inoltre annunciare che abbiamo approvato il futuro formato del Mondiale per Club. La Superlega Europea garantirà stabilità finanziaria alla società, che continuerà ad appartenere ai propri membri. Non dovrà mai diventare una compagnia limitata”.
Il Barcellona, dunque, esce allo scoperto riguardo alla propria partecipazione in quella che dovrebbe essere la European Premier League. Un progetto nato dalle sei big inglesi (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham) che coinvolgerebbe, oltre ai catalani, anche il Real Madrid tra i club spagnoli, più Juventus, Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Dietro alla creazione di una nuova lega continentale ci sarebbe anche l’interessamento della banca d’affari JP Morgan, che metterebbe a disposizione un prestito da 5 miliardi di euro. Una cifra appetibile per i top club europei, specialmente in previsione dei tagli ai premi Uefa per la partecipazione alla Champions League.
L’annuncio sulla Superlega è stato l’ultimo atto di Bartomeu da presidente del Barcellona. Che la sua era fosse giunta al termine, però, si era già capito in estate, con la clamorosa richiesta da parte di Messi di risolvere unilateralmente il contratto (in scadenza a giugno 2021). La clausola per liberarsi, però, era già scaduta quando l’argentino ha provato a lasciare il club azulgrana, motivo per cui alla fine è rimasto in Catalogna. Senza nascondere il proprio malcontento nei confronti della dirigenza culé, in primis di Bartomeu, finito nel mirino della tifoseria e dei soci, che avrebbero dovuto esprimersi l’1 e il 2 novembre sulla mozione di sfiducia. Il presidente ha preferito dimettersi prima, lasciando il Barcellona con debiti complessivi per 820 milioni di euro (480 dei quali verso le banche) e un indebitamento netto raddoppiato nel giro di un anno da 217 a 488 milioni.