Anche il calcio partecipa attivamente alla lotta al Covid-19. È quanto accade in Germania, dove il St. Pauli (club di seconda divisione) ha annunciato la messa in vendita di mascherine Ffp2 sul proprio negozio online. La squadra dell’omonimo quartiere di Amburgo, in collaborazione con il Klinikbedarf Hamburg (partner medico del club), ha messo a disposizione le mascherine a 0,65 euro ciascuna. “Vogliamo permettere a quante più persone possibile di avere accesso alle maschere Ffp2”, è quanto si legge in una nota della società anseatica, che non si sta limitando a commercializzare le maschere in stoffa col proprio brand – cosa fatta anche da altri club – ma ha deciso di vendere i dispositivi di protezione resi obbligatori dal governo tedesco.
Le mascherine, a marchio CE e certificate secondo la normativa EN 149:2001 + A1:2009, sono disponibili nel negozio virtuale del St. Pauli e sono in vendita in stock di venti maschere ciascuno. Il prezzo proposto dal club si avvicina più a quello delle mascherine chirurgiche che a quello delle Ffp2 presenti sul mercato: una soluzione che viene incontro alle polemiche scaturite nelle scorse settimane in merito al costo dei dispositivi, con la richiesta da parte dell’associazione dei medici di base di stabilire un prezzo fisso, tanto più dopo il prolungamento del lockdown. In alcuni Länder, come la Baviera, l’utilizzo delle mascherine Ffp2 è stato inoltre reso obbligatorio nei mezzi pubblici e nei negozi.
Una mossa che conferma, ancora una volta, l’impegno sociale da parte del St. Pauli, club storicamente attivo in campagne per l’inclusione sia dentro che fuori dal campo. Eppure, l’emergenza Coronavirus ha toccato da vicino anche la società di Amburgo, attualmente tredicesima in 2. Bundesliga e in piena lotta per la salvezza. Fino alla stagione 2018/19, lo stadio che ospita le sfide casalinghe dei “braun-weiss” ha ospitato una media di oltre 29 spettatori a partita, con una percentuale di riempimento vicina al 100%. Dallo scorso campionato, complici le restrizioni adottate a causa della pandemia, il St. Pauli ha perso una fonte di ricavi fondamentale come il botteghino. Inoltre, a novembre, ha annunciato l’intenzione di interrompere il rapporto con il fornitore Under Armour, per iniziare a produrre autonomamente il proprio materiale tecnico. Altra scelta inusuale, in tempi di crisi.