Il Tribunale del Commercio di Parigi ha rigettato il ricorso presentato da Canal+ e beIN Sports France in merito al nuovo bando per l’assegnazione dei diritti televisivi di Ligue 1 e Ligue 2, per il periodo 2020-2024. Una disputa nata subito dopo la querelle tra la Lfp e Mediapro, con il gruppo spagnolo costretto a lasciare i sei pacchetti (quattro per la Ligue 1 e due per la Ligue 2) ottenuti nell’ultima asta. Un affare da circa 830 milioni a stagione, però Mediapro a fine settembre ha chiesto il rinvio della rata in scadenza il 5 ottobre e la Lfp ha rifiutato la proposta. Da qui si è arrivati alle dispute legali e Mediapro ha perso i propri diritti, mentre la lega francese ha avviato le consultazioni per rimettere in vendita i pacchetti in questione.
È qui che entra in ballo Canal+. L’emittente francese, già detentrice dei restanti pacchetti, ha trovato a febbraio un’intesa con la Lfp per trasmettere tutte le partite fino al termine della stagione, incluse quelle concesse inizialmente a Mediapro, in cambio di un indennizzo (che secondo indiscrezioni si aggirerebbe attorno ai 35 milioni di euro). Al momento del bando per i diritti fino al 2024, però, Canal+ non ha presentato offerte. Allo stesso modo, l’emittente qatariota beIN Sports, che però insieme alla tv transalpina si è rivolta al Tribunale del Commercio di Parigi per chiedere che la riapertura completa del bando. Non solo per i pacchetti acquisiti – e poi mollati – da Mediapro, ma anche per quelli già in possesso di Canal+, in modo da poter riformulare l’offerta rispetto ai 332 milioni annui previsti dall’accordo.
Il bando della Lfp, invece, non prevede alcuna messa in vendita dei pacchetti già detenuti da altri soggetti. Gli unici diritti in vendita, per la lega francese, sono quelli a cui ha rinunciato Mediapro. Per la Ligue 1, una partita di campionato a giornata di cui 10 partite di prima fascia e 28 partite di terza fascia con il magazine della domenica e la review settimanale (lotto A); 7 partite di campionato a giornata di cui 38 partite di seconda fascia, 38 partite di quinta fascia, 36 partite di sesta fascia e 152 partite dalla settima alla decima fascia col magazine di presentazione della giornata e il magazine della domenica mattina (lotto B); i tre “multiplex” (l’equivalente francese di Diretta Gol) della diciannovesima, trentasettesima e trentottesima giornata di campionato con i due spareggi e la Supercoppa (lotto C); i magazine settimanali (lotto D). Per la Ligue 2, invece, sono a disposizione due pacchetti: quello con 8 partite a giornata, i due “multiplex” della trentasettesima e trentottesima giornata di campionato con i magazine sugli stadi e quello della domenica mattina (lotto A) e quello dei magazine settimanali (lotto B).
Le uniche offerte ricevute dalla Lfp sono state formulate da Amazon, da Dazn e dall’emittente statunitense Discovery, proprietaria di Eurosport. Nessuna di queste è stata ritenuta soddisfacente, quindi non è stato trovato ancora un acquirente. Nel frattempo, però, è intervenuto il Tribunale del Commercio, che ha dato ragione alla lega: rimettere sul mercato solo i diritti persi da Mediapro rientra tra i diritti della Lfp, che in questo modo continua ad assicurarsi la somma prevista da Canal+ e attende di trovare acquirenti per i pacchetti che rappresentano l’80% delle partite a disposizione. “La Lfp – si legge in una nota – prende atto della decisione del Tribunale di rigettare il ricorso delle società Canal+ e beIN Sports France nella loro interezza, riconoscendo così che la consultazione avviata dalla Lfp nel gennaio 2021 riguardante i diritti della Ligue 1 per le stagioni 2020/2024, precedentemente concessi a Mediapro, non violasse in alcun modo gli obblighi imposti dal Codice dello sport e dalle leggi sulla concorrenza, e che la Lfp non ha commesso alcuna pratica discriminatoria, né ha abusato di una posizione dominante”.