La presenza di pubblico sugli spalti è sempre stata un punto di forza per la Bundesliga e per le casse dei club tedeschi, che in piena emergenza sanitaria hanno visto azzerati (o quasi) gli introiti dalla biglietteria. Di fatto, le previsioni per il 2021 non possono essere rosee. È il caso dell’Eintracht Francoforte, attualmente in corsa per un posto nella prossima Champions League e reduce da un 2020 da record dal punto di vista dei ricavi. Stando a quanto annunciato dal direttore finanziario Oliver Frankenbach, il fatturato del club tedesco relativo alla scorsa stagione si aggirerebbe sui 280 milioni di euro, con un utile da 19 milioni. Il miglior risultato nella storia del club di Francoforte sul Meno, che però si appresta a chiudere una stagione in profondo rosso. Per l’esercizio attualmente in corso, lo stesso dirigente prevede perdite per 45 milioni e ricavi pari a circa 150 milioni, ovvero quasi la metà rispetto all’anno precedente, a causa delle conseguenze della pandemia di Covid-19.
Inutile evidenziare come la mancanza di pubblico sugli spalti abbia aggravato la situazione: “Le due partite con una parziale presenza di spettatori – ha ammesso Frankenbach – non sono state veramente importanti da un punto di vista economico”. Il dirigente dell’Eintracht, però, è fiducioso sulla sostenibilità dei conti societari anche in caso di un ulteriore anno senza poter riaprire le porte del Deutsche Bank Park: “Potremmo sopravvivere ad un’altra stagione senza spettatori, in quel caso però dovremmo nuovamente discutere riguardo a possibili debiti aggiuntivi e ad un taglio degli stipendi. Non penso però che avremo nuovamente una stagione così. Sarebbe estremamente dannosa non solo per il calcio professionistico, ma per l’intero mondo dello sport in generale. Per gli sport orientati verso gli spettatori, questo sarebbe un disastro non solo economico, ma anche e soprattutto emozionale”.
Che i conti dell’Eintracht possano resistere ad una nuova stagione vissuta in queste condizioni, intanto, lo dimostra l’ottenimento della licenza da parte della Dfl per partecipare alla Bundesliga 2021/22 “senza alcun tipo di richieste o condizioni”. Lo scorso 9 aprile, inoltre, il club ha annunciato un aumento di capitale per 22 milioni di euro, finalizzando così un’operazione avviata nel 2018 con l’ingresso di un nuovo azionista (Freunde des Aflers Gmbh). Ciò ha portato all’accordo con un socio, la Herzschlag Eintracht Gmbh rappresentata da Sven Janssen, nominato membro del supervisory board. Tale società detiene ora il 5% del club, che sogna l’accesso in Champions League a più di 60 anni dall’unica apparizione in Coppa dei Campioni: nella stagione 1959/60, l’Eintracht riuscì a raggiungere la finale, venendo battuto a Glasgow dal Real Madrid di Puskas e Di Stefano, unici marcatori delle merengues nel 7-3 finale. Un sogno europeo che potrebbe dare un’ulteriore mano al club di Francoforte: “In Champions League – prosegue Frankenbach – ci aspetterebbero almeno 20 milioni dalla fase a gironi. In Europa League sarebbero 10 milioni e in Conference League, 7,5 milioni. Tutto senza bonus e spettatori”.
Spettatori, appunto. Una nota dolente per quest’anno, che tutto il calcio europeo spera di rendere meno gravosa in vista della prossima stagione. In Bundesliga, però, il peso del pubblico è totalmente diverso, sebbene negli ultimi anni abbia perso voce in capitolo nei bilanci dei club. Nella stagione 2013/14, le entrate dal botteghino valevano da sole quasi il 20% dei fatturati della massima serie tedesca (482,5 milioni su 2,45 miliardi di euro) ma nonostante l’aumento degli introiti della biglietteria, l’impatto sul totale dei ricavi è andato via via diminuendo, fino a valere il 12,9% dell’intero flusso nella stagione 2018/19. L’ultima, prima che il Covid-19 costringesse a chiudere le porte, con effetti inevitabili. Nella stagione 2019/20, la Bundesliga ha raccolto 363,5 milioni dal botteghino, contro i 520,1 milioni dell’anno precedente e il record di 538,4 milioni della stagione 2017/18. Nel 2021 sarà ancora peggio e c’è chi, come l’Eintracht, inizia a mettere in conto un dimezzamento dei ricavi. Sempre che non arrivi la Champions.