Le criptovalute stanno prendendo sempre più piede nello sport internazionale e nel calcio, specialmente per quanto riguarda partnership e sponsorizzazioni, siglando accordi con alcune delle principali squadre al mondo. Non tutti i contratti, però, vanno a buon fine. Specialmente se i mezzo ci sono due big del calibro di Barcellona e Manchester City. I due club hanno interrotto, nelle ultime ore, le loro partnership con due compagnie attive nel settore delle criptovalute. Almeno, una attiva lo è per davvero ed è Ownix, con la quale il Barça aveva annunciato un accordo soltanto il 4 novembre scorso. Nel caso del Manchester City, invece, il partner in questione non ha fornito alcun dettaglio sulla propria attività.
Giusto una settimana fa, sul sito uffiicale dei Citizens, veniva pubblicata una nota per annunciare una nuova partnership regionale con 3key, con tanto di intervista al chief marketing officer Ryan S. Hodder. Stando a quanto riportato dal giornalista inglese Martin Calladine, però, da 3key non sarebbe stato fornito alcun documento che provasse l’esistenza stessa della società, tanto che il club avrebbe dato un ultimatum per la presentazione di quanto richiesto. Un portavoce del club ha inoltre dichiarato al Times che la partnership non è stata ancora attivata per prodotti o servizi specifici in alcuna parte del mondo e che, in attesa di risposte da parte di 3key, l’accordo è stato sospeso.
Il caso 3key è esploso a 24 ore da un’altra rottura tra un club europeo e un fornitore di criptovalute. Il Barcellona, nella giornata di giovedì, ha infatti comunicato di avere annullato il contratto con Ownix per la creazione di asset digitali (Nft) con effetto immediato. Questo a seguito di informazioni «che vanno contro i valori del club», ovvero le accuse di frode e di abusi sessuali per le quali Moshe Hogeg (consulente di Ownix) è stato arrestato, stando a quanto riportato dalla stampa israeliana. Su Twitter, Ownix ha preso le distanze dallo stesso Hogeg, dichiarando di «non avere nulla a che vedere con la questione» e che Hogeg «non ha e non è stato in possesso delle azioni della società». Ciò però non ha convinto il Barcellona, che ha preferito porre fine alla partnership annunciata giusto due settimane prima.
Hogeg, nel mondo del calcio, ci era comunque entrato ben prima della consulenza col Barcellona. L’imprenditore israeliano è infatti proprietario del Beitar Jerusalem, società acquisita nel 2018, ma per la quale ha cercato a più riprese acquirenti o nuovi soci. In passato, avrebbe avuto contatti con lo sceicco Hamad bin Khalifa Al Nahyan, membro della famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti, per la cessione del 50% del club, che però conta una fazione notoriamente anti-araba nella propria tifoseria, che ha infatti contestato le trattative (in seguito tramontate senza esito).