La Corte di Giustizia della Figc ha cancellato la penalizzazione al Napoli di due punti in classifica che era stata decisa in primo grado dalla Disciplinare nell'ambito del processo sportivo sul calcioscommesse. La Corte ha anche assolto Paolo Cannavaro e Gianluca Grava dall'accusa di omessa denuncia nel processo calcioscommesse. In primo grado i due difensori del Napoli erano stati squalificati per 6 mesi. Ridotta a 21 mesi la squalifica di Matteo Gianello. Per il Napoli resta un'ammenda che passa da 70 mila a 50 mila euro.
Quanto alle motivazioni dovrebbe essere passata la linea dell'avvocato Eduardo Chiacchio che difende Matteo Gianello il quale ha più volte sottolineato come "in questo procedimento non c'è la prova che l'intenzione di un illecito, che non ha valicato la sfera personale". L'avvocato Luciano Malagnini per Cannavaro e Grava ha fatto notare poi come la testimonianza dell'ispettore di polizia al quale Gianello aveva fatto delle confessioni, non può essere utilizzata soprattutto perché lo stesso Gianello non conferma la presenza tra le persone contattate di Quagliarella.
La posizione del Napoli si è dunque alleggerita sotto il profilo giuridico, perchè si è passati a una fattispecie diversa dall'illecito sportivo (articolo 7 del Codice di giustizia sportiva) che si porta dietro l'omessa denuncia e la responsabilità oggettiva alla più semplice slealtà sportiva (articolo 1) collegata al diveito di scommesse (articolo 6). In questo secondo caso la responsabilità oggettiva c'è ancora ma la sanzione è stata quasi sempre l'ammenda. Grava e Cannavaro sono stati appunto prosciolti dall'accusa di omessa denuncia "perché il fatto non sussiste e conseguentemente esclude la responsabilità oggettiva" del club azzurro. I due atleti in primo grado erano stati condannati in base all'articolo 7, comma 7, in base al quale i tesserati "che comunque abbiano avuto rapporti con società o persone che abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi precedenti ovvero che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno di detti atti, hanno l’obbligo di informarne, senza indugio, la Procura federale della Figc".
Il Procuratore Federale Palazzi nella sua requisitoria ha chiesto l'affermazione della responsabilità oggettiva e si è rimesso alla decisione della Corte di Giustizia Federale. Anche se ha rimarcato come nella vicenda Giannello "si trattava di un calciatore ai margini della rosa, di una proposta subito rifiutata" e come mancassero "collegamenti ad organizzazioni internazionali''.
Adesso è possibile che la Figc ricorra al Tnas (anche se non è mai accaduto). E che lo faccia lo stesso Gianello perchè sia rivista la condanna residua. Con diversi obiettivi, evidentemente. Il legale del Napoli Mattia Grassani ha tuttavia precisato che "tecnicamente la Procura con il giudizio di secondo grado esce di scena, in quanto non ha titolo per impugnare al Tnas".