A poche ore dalla ufficializzazione del fallimento della trattativa con Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi, "sceicco" di origini giordane, restano tanti, troppi dubbi sul futuro del progetto Roma. I particolari poco incoraggianti sulla solidità finanziaria dello sceicco che vive da anni in Italia nei dintorni di Perugia, con moglie e due figli (uno dei quali è un appuntato dei Carabinieri) erano emersi dopo poche ora dal comunicato, imposto dalla Consob, che annunciava l'avvio della trattativa.
La Procura di Roma, memore di precedenti operazioni illecite per speculare sul titolo (da Fioranelli a Flick) ha aperto un fascicolo per verificare l'eventuale sussistenza di illeciti dietro le voci dell'ingresso dello sceicco Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi nella società che controlla l'As Roma e le oscillazioni del titolo in Borsa.
Al Qaddumi era già noto per aver preso parte ad uno strano affare due anni fa quando si presentò ai soci del gruppo immobiliare Acqua Marcia e propose di rilevarlo versando una prima tranche da 700 milioni di euro. Firmò un preliminare e poi sparì nel nulla.
Qualcosa di simile a quanto avvenuto con la A.S. Roma, con cui aveva firmato un impegno ad acquisire quote azionarie della Neep Roma Holding Spa che detiene il 78% del club giallorosso. James Pallotta aveva fissato la scadenza del 14 marzo. Entro questa data Al Qaddumi Al Shtewy avrebbe dovuto versare la somma richiesta (50 milioni di euro), per chiudere l'operazione.
Anche Unicredit ha subito manifestato perplessità sull'affare. Proprio Unicredit dovrebbe ora chiarire meglio i contorni della cessione parziale della Roma avvenuta nel 2011. Sarebbe importante capire, per esempio, quanti soldi hanno messo effettivamente gli americani nella Magica?
Da bilanci e trimestrali, infatti, si capisce che Unicredit sta continuando a sostenere finanziariamente quasi da sola il progetto, al di là della partecipazione azionaria del 40% nella società che controlla la Roma, sia attraverso finanziamenti diretti che attraverso Unicredit factoring presso la quale sono stati già "scontati" i diritti tv delle prossime stagioni. Il tutto per un ammontare complessivo che viaggia ormai verso i 100 milioni. L'aumento di capitale da 80 milioni approvato a fine gennaio 2012 e "sottoscritto" per 50 milioni a maggio non è certo sufficiente a garantire i progetti di sviluppo del club (in primis lo stadio di proprietà). Pallotta e gli altri soci americani sono abbastanza solidi? Hanno intenzione di investire le necessarie risorse? Se sì, perchè hanno avviato una trattativa con un altro "socio", che peraltro si è rivelat tutt'altro che solido?
I tifosi della Roma, e il calcio italiano, meritano più chiarezza.