I legali di Leonel Messi e del padre, Jorge Horacio, hanno incontrato i magistrati fiscali spagnoli per raggiungere un accordo sul pagamento di una transazione da 5 a 9 milioni di euro in modo da chiudere la vicenda sulla presunta evasione fiscale di 4,1 milioni per i diritti di immagine relativi agli anni 2006-2009. Lo si è appreso da fonti della della magistratura di Gavà (cittadina in cui risiede l'asso del Barcellona) riportate dai media spagnoli. L'eventuale accordo, però, non interrompe il procedimento penale avviato perchè l'evasione supera i 125 mila euro, e che prevede anche l'arresto (anche se renderebbe quest'esito assolutamente residuale se non improbabile). Per quest'ultima inchiesta Messi e il padre dovranno comparire davanti al magistrato il 17 settembre prossimo. Anche se l'evasione acccertata è inferiore a quanto proposto per l'accordo, va tenuto conto che tra multe e interessi di mora la somma iniziale potrebbe aumentare fino a 21 milioni.
Nei giorni scorsi il calciatore aveva versato dieci milioni relativi alle dichiarazioni dei redditi dal 2010 al 2012 per le quali ancora non vi erano state comunicazioni da parte dell'Agenzia delle entrate spagnola, anche se veniva dato per certo che dopo il primo blocco si sarebbe passati agli anni successivi. Il padre di Messi è ritenuto l'ideatore dell'evasione, che sarebbe avvenuta tramite società costituite appositamente in Gran Bretagna, Svizzera, Balice e Uruguay per sottrarsi al regime fiscale spagnolo certamente molto più rigido di quello dei paradisi fiscali. Subito dopo la prima notizia dell'accertamento, Messi aveva dichiarato di aver sempre pagato il dovuto e anche il presidente del Barcellona, Sandro Rossel aveva preso le difese della "Pulce", mentre l'avvocato del fuoriclasse aveva sostenuto che il suo assistito era il miglior contribuente del fisco spagnolo.