Apre a Verona il primo ristorante col marchio di una società calcistica in Europa: si tratta dell’Hellas Kitchen Retaurant&More e, come lascia intendere il nome, non sarà solamente un’area adibita al ristoro. Una superficie commerciale di 700 mq, con 180 posti a sedere, 75 posti auto, una sala polifunzionale in grado di accogliere meeting, conferenze, business happening e uno spazio in cui si potrà acquistare il merchandising ufficiale del club.
Cucina a marchio Verona. Solo prodotti locali e piatti della tradizione veneta e adriatica: il nuovo ristorante a marchio Hellas Verona vuole imporsi in chiave locale, legando la propria offerta gastronomica a Verona e al Veneto. Il ristorante, inaugurato nella giornata di martedì, nasce da un’iniziativa dello chef Andrea Mantovanelli. L’idea di utilizzare il marchio Hellas nasce in primavera ed è stata pienamente appoggiata dalla società scaligera, come affermato dal direttore generale Giovanni Gardini: “E’ una splendida iniziativa, abbiamo dato il nostro appoggio sin da subito e siamo felici di quanto realizzato“.
Il caso della Spal. La partnership tra Hellas Kitchen e il club veronese prevede l’utilizzo del marchio Hellas nel ristorante e nelle altre attività al suo interno. Non si tratta dunque di un’attività extra-calcistica intrapresa dalla società scaligera. Anche perché si è voluto in qualche modo evitare le complicazioni che nel 2012 ha incontrato la Spal ha investendo nel parco fotovoltaico “ArsLab”, una mossa che però è costata allo storico club ferrarese un contenzioso con la Figc a causa dell’arretratezza della legge italiana sul professionismo sportivo varata nel 1981. In primo grado l’iniziativa extra-calcistica è costata alla Spal una multa di 15mila euro da parte della Disciplinare. L’articolo 10 comma 2 della legge 91/81 impone infatti alle società calcistiche di svolgere “esclusivamente attività sportive ed attività ad esse connesse o strumentali”. Una legge obsoleta, cosa che ha permesso alla società di presentare ricorso alla Corte di giustizia della Figc e di vincerlo ottenendo in secondo grado l’annullamento della multa. La Corte, in sostanza, ha aperto un varco per le attività extra-sportive delle società di calcio a patto che i proventi siano utilizzati esclusivamente per finanziare il club. Tuttavia per legittimare questa apertura si auspicava un recepimento della stessa nella legge 91 del 1981. Una riforma indispensabile dopo oltre trent’anni richiesta da ultimo pochi giorni fa, come abbiamo raccontato, dal presidente di Federbasket ed ex presidente del Coni Petrucci. Il Verona ha deciso di perseguire un’altra strada, più classica, quella della licenza per l’utilizzo del proprio marchio per non dover fare i conti con il convitato di pietra della vecchia legge sul professionismo sportivo che frena il rilancio dei club italiani.