Il Bologna migliora (leggermente) i conti, ma resta in rosso. Il bilancio chiuso al 30 giugno 2013 mostra infatti una perdita di 3,9 milioni contro i 6,1 milioni dell'anno precedente. Il fatturato del club guidato da Albano Guaraldi si è ridotto da 71,1 a 69,5 milioni. Il botteghino ha assicurato incassi in linea con l'anno precendente (4,3 milioni), così come i diritti tv (30 milioni). I ricavi commerciali hanno tenuto sul fronte delle sponsorizzazioni (3,5 milioni, di cui 1,1 dallo sponsor ufficiale e 1,2 dallo sponsor tecnico) e della cartellonistica (2,9 milioni), mentre hanno ceduto sul versante delle royalties (scese da 1,8 a 0,2 milioni). Il calciomercato ha garantito plusvalenze per 20,7 milioni (nella stagione precedente erano state pari a 21,7). In particolare, 11,7 milioni sono arrivati grazie alla cessione di Ramirez al Southampton, circa 5 milioni dalla cessione di Alessandro Capello all'Inter e 2,4 milioni da quella di Andrea Ingegneri al Cesena.
Sul fronte dei costi della produzione si registra un aumento di 3,2 milioni (si è passati da 72,8 a 76 milioni). I salari sono cresciuti da 35,8 a 39 milioni e gli ammortamenti dei costi dei cartellini da 33,5 a 36,4 milioni. I compensi ai calciatori sono stati pari a 23,9 per la parte fissa, mentre quelli legati ai risultati sportivi si sono fermati a 4,7 milioni. La differenza tra ricavi e costi aumentata nel 2013 da 1,7 a 6,4 milioni è stata coperta dai proventi legati alle compartecipazioni ex articolo 102-bis delle Noif per complessivi 6,5 milioni (a fronte dei quali si sono avuti oneri da compartecipazione per 2,3 milioni).
Il patrimonio netto scende a 9,3 milioni. Il totale dei debiti del Bologna ammonta a 71 milioni (in miglioramento rispetto ai 78,8 del 2012). Ci sono 15 milioni di debiti tributari, 10 verso soci per finanziamenti, 12 milioni verso fornitori, a fronte di crediti per 20 milioni (erano 35 milioni nel 2012).